John
Beckwith (Owen Wilson) e Jeremy Girey (Vince Vaughn) sono colleghi
– mediatori di divorzi – amici da una vita e condividono
un hobby molto, ma molto particolare: imbucarsi ai matrimoni
altrui. Che sia italiano, ebraico, irlandese, cinese, hindù,
il ricevimento nuziale diventa loro palcoscenico naturale condito
da storielle divertenti, composizioni di palloncini, eleganza
nei balli; il tutto con un solo, unico, riconoscibile e dichiarato
fine: il rimorchio!
Ma durante il ricevimento nuziale di una delle figlie del Segretario
del Tesoro William Cleary (Christopher Walken) l’incontro
con le due damigelle d’onore nonché figlie del
Segretario cambierà le carte in gioco scombussolando
ogni progetto dichiarato. Se giochi con il fuoco prima o poi
finisci bruciato... o no?
Fuorviante il titolo italiano che farebbe pensare alla solita
commediucola di inizio stagione, in realtà 2
single a nozze, o meglio il Wedding
Crasher dell’originale, è una spassosissima
commedia dai dialoghi vivaci e fulminanti – i due sceneggiatori
Steve Faber e Bob Fisher si sono fatte le ossa in televisione
a colpi di sitcom – sorretti da una coppia comica che
ci auguriamo di rivedere in futuro. Owen Wilson ha la giusta
aria stralunata che sembra provenire direttamente dal pirotecnico
e colorato universo di quel geniaccio di Wes Anderson, mentre
Vince Vaughn è l’ottima spalla di complemento,
ritrovando quel brio e leggerezza recitativa disincantata che
avevamo apprezzato nel suo debutto cinematografico in Swingers,
non a caso un'altra commedia sul rimorchio.
Il regista David Dobkin, nel suo passato diversi videoclip –
il rapper Tupak Shaker, Extremis e Sonic Youth –, spot
pubblicitari – Heineken, Honda, Sony Playstation –
e due lungometraggi come Clay Pigeon
con Vince Vaughn e Shangai Nights
con Owen Wilson, si mette a disposizione dell’esuberanza
dei due protagonisti mettendo in risalto battute e situazioni
di una sceneggiatura ricchissima che solo nel prevedibile e
scontato finale tende a sedersi su se stesso in una convenzionalità
di maniera. [fabio melandri]
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