L'ultimo,
attesissimo, lavoro di Wong Kar-Wai (al quale è stata sottratta
la Palma d'oro a Cannes da Fahrenheit 9/11.. mah!) non delude
le aspettative. Due ore di suggestioni colorate, inquadrature tagliate
e cura nei dettagli. Hong Kong, anni Sessanta: un giornalista viveur
e affascinante (una specie di Marcello cinese in piena "Dolce
vita") conosce, in periodi diversi, tre donne, inquiline come
lui di un albergo e precisamente della camera 2046. Le sue avventure
gli saranno di ispirazione alla stesura di un romanzo (2046
appunto) erotico-fantascientifico ambientato in quel preciso anno,
inteso come punto di non ritorno. Il romanzo autobiografico si materializza
a fianco della storia del giornalista. Il regista ci ricorda anche
che il 2046 sarà l'anno della definitiva entrata di Hong Kong
nella Repubblica Popolare Cinese, un altro punto di non ritorno. Ma
a parte questo 2046 è un film sull'amore, condito
da sguardi fugaci e ambientazioni kitsch-orientaleggianti. E la maestria
con cui il regista le esplora con la mdp è assolutamente imperdibile.
[simone pacini]