BIOS al Circolo degli artisti
 

'Cinematografo Poverania' presenta:

BIOS
un film di Fabio Morichini e Matteo Sapio.


Venerdì 13 Giugno alle Ore 20.30
presso il 'Circolo degli Artisti’ - Via Casilina Vecchia 42/43 (Roma)

INGRESSO LIBERO

Interverranno: i registi Fabio Morichini e Matteo Sapio.
A seguire: proiezione del film

Autoprodotto con soli 400 euro, mai uscito nelle sale e mai distribuito in dvd.

Anarchico e viscerale, Bios è un film che sa prendere coscienza della sua condizione di ‘cinema’, facendosi carico dell’immagine e non solo della storia. Totalmente divincolata da orpelli e fiocchettini, quest’avventura no budget di Morichini e Sapio cerca nuove strade di espressione con lo stomaco e non solo con la testa, sperimentando per come si dovrebbe sperimentare: sporcandosi le mani senza teorizzare troppo.
La storia che ci viene raccontata si ambienta in un’asfissiante Roma estiva, dove una donna - riportata in vita dopo un incidente stradale grazie a un esperimento off limits - sconvolge la normale routine di due fratelli: uno responsabile della sua dipartita, l’altro della sua resurrezione. Tra assurdi spettacoli teatrali, improbabili società americane che “televendono” la vita e oscure trame esoteriche, il mistero avanza e il giallo s’infittisce.
Di questo Bios la cosa che colpisce e resta nelle ossa è la sua sfacciata discontinuità formale: l’opera è un film-mosaico pieno di continui cambi di colore, umore e stile, che trova una certa omogeneità proprio nella sua ostinata divergenza, concedendo ben poco - per fortuna - al registro unico. Perfettamente inserito in questo discorso appare anche l’insofferenza verso regole preconfezionate, che i registi si divertono a sovvertire, e il rifiuto delle patinature (il video HD è stato sporcato tramite riversamenti in VHS). Arte del difetto e dell’imperfezione in cui anche gli attori, risultano liberi di reagire agli eventi in maniera naturale e spontanea, sorretti da un ‘romanaccio’ incalzante. Come direbbero i Monty Pythons: “Qualcosa di completamente diverso”. (da Taxi Drivers Magazine)