Signor
Wenders è vero che tornerà a girare film in
Germania? Dopo tanti anni passati in America se la sente di
fare un bilancio?
Non so cosa farò nel futuro, certo è che attualmente
conosco molto meglio il Montana, il Nevada e lo Utah, della
Baviera, dell'Alsazia o di altre regioni della Germania! Sono
andato in America otto anni fa, a metà degli anni 90
lasciai la Germania perché non mi piaceva più
il clima, l'est era conto l'ovest ed erano sempre tutti tristi
così decisi di andarmene per l'America di Bill Clinton.
Ora la situazione tra me e l'America è cambiata, la
amo ma non la amo. In America i tedeschi, così come
i francesi, hanno cominciato ad essere visti come "nemici"
dallo scoppio della guerra in Iraq, visto il loro rifiuto
di scendere in campo sono stati considerati weasels (letteralmente
donnole, qui nell'accezione di ambigui -ndr-) ma io mi sento
fiero della scelta tedesca.
Non volevo però lasciare l'America con l'amaro in bocca
e poi avevo questo splendido progetto (Non
bussare alla mia porta) con Sam Shepard (sceneggiatore,
Paris,Texas e attore, Non
bussare alla mia porta,
Fiori d'acciaio, Il
rapporto Pellican… -ndr-) e insieme ci siamo
chiesti come la raccontiamo questa storia? Ci facciamo influenzare
da questi bastardi? La risposta è stata No. Ho pensato
che questo fosse il modo migliore per dare l'addio a questa
terra che ho tanto amato, ma se qualche giornalista decidesse
che il protagonista di questo film, che è un cowboy,
fosse simile ad un altro cowboy che è alla casa bianca
che faccia pure…!
Perché è tornato
proprio a Berlino?
E dove altro. Ho fatto una serie di film in America ma erano
tutti di produzione tedesca, anche quest'ultimo lo è.
Ho ancora il mio appartamento a Berlino e quando ho deciso
di tornare in Germania sono tornato li e anche se sono sempre
in giro per lavoro,Berlino è un bel posto dove tornare,soprattutto
ora… e poi conosco qualche angelo li!
Com'è il suo rapporto
con Sam Shepard, "l'amico americano" di sempre?
Una leggenda dice che avrebbe dovuto recitare per lei già
in Paris,Texas ma che alla fine
si sia reso irrintracciabile.
Sam e io ci conosciamo da tanto tempo, è l'uomo più
onesto e riservato ed anche evasivo che io conosca, è
come se non volesse farsi conoscere ma è anche il miglior
scrittore che io abbia mai incontrato, soprattutto nello scrivere
dialoghi. Me ne sono accorto quando ho sentito gli attori
recitare le sue battute, erano così naturali.
Ho conosciuto Sam a San Francisco e all'epoca lui non aveva
ancora recitato in nessun film, era uno scrittore e sceneggiatore.
Io dovevo trovare un attore per interpretare la parte di uno
scrittore e cercavo qualcuno elegante e raffinato come uno
scrittore vecchio stile ed ho incontrato lui che era perfetto.
Facemmo un provino di un intera giornata con tutta la troupe
e i produttori e Sam doveva provare una scena con Gene Hackman
e fu fantastico e incredibile ed ero sicuro che lo studio
avrebbe capito che lui era perfetto per quella parte e soprattutto
sapeva battere a macchina, anzi era velocissimo, proprio come
uno scrittore, cosa che nessuno degli attori finora provinati
sapeva fare. Ma allo studio dissero di no, perché non
era un attore, una star ma solo uno scrittore ed io rimasi
molto deluso. Nel frattempo ci vollero altri quattro anni
per realizzare il film (Hammett-Indagine
a Cinatown) e Sam divenne famoso come attore perché
giro un film con Richard Gere (I giorni
del cielo) e allo studio si mangiarono le mani e io
invece fui molto felice. Cinque anni dopo quel provino abbiamo
girato Paris,Texas e io non gli
ho neanche chiesto se volesse fare la parte del protagonista
perché ero sicuro che lo avrebbe fatto e invece lui
mi disse di no. Il motivo era che si stava innamorando di
Jessica Lange ma la storia era ancore segreta - ma io lo sapevo!
- e ha rifiutato per andare a girare un film con lei (Crimini
del cuore), io ho compreso e approvato la sua decisione
e così ho perso la mia seconda occasione.
Quando ci siamo ritrovati per non bussare alla mia porta ho
usato un approccio più scaltro: a cinquanta pagine
di sceneggiatura definitiva gli ho detto "Sam che ne
dici di far fare a Jack Nicholson la parte del protagonista?"
lui mi ha fissato continuando a scrivere a macchina e mi ha
detto "Non credo che vada bene, lui non è bravo
a cavalcare anzi non sa proprio cavalcare". Ho impiegato
ventotto anni per fare un film con lui e spero che lo apprezzerete.
Qual è il suo rapporto
con gli attori?
La scelta degli attori è la cose più importante
per un regista, è l'atto che contiene la regola che
determina il film. Il lavoro tra me e gli attori è
fatto all'80% nella loro scelta ,io faccio un atto di rispetto
verso di loro, quando scelgo so già di potermi fidare.
A volte mi sono ritrovato davanti alla macchina da presa e
credo che il mestiere dell'attore sia più pericoloso
di quello del regista perché richiede che l'attore
riveli se stesso nel modo più profondo del termine,
alla macchina da presa, ai colleghi ed è una cosa molto
difficile che pochi di noi fanno nella vita e sapendo che
è pericoloso cerco di metterli a loro agio. Alcuni
registi si mettono in contrasto con i loro attori e ottengono
dei risultati straordinari, io preferisco metterli a loro
agio proprio perché so quanto sia pericoloso il loro
mestiere. La speranza è quella che gli attori diventino
i personaggi e gli spettatori li percepiscano come esseri
umani e non come un ruolo, una parte. Non costringo mai un
attore a fare una cosa che non vuole fare.
Come lavora alla sceneggiatura
di un film,qual è il suo rapporto con la scrittura?
Quando si scrive si vogliono e si devono spiegare delle cose
ma quando si fa un film non si vuole mostrare l'ovvio ma la
percezione che deve avere lo spettatore, è un problema
che ho quando scrivo la sceneggiatura. Cosi
lontano, così vicino per esempio è un
film che spiega troppo. Per questo preferisco scrivere con
uno sceneggiatore, così capisco quello che va detto
e mostrato e quello che no e per questo a doro Sam Shepard
perché è uno che quando scrive teme di dire
troppo. Un regista deve anche allontanarsi dalla sceneggiatura,
se scrivo io rendo troppo evidenti le mie intenzioni anche
per questo preferisco uno sceneggiatore così poi posso
allontanarmi dallo scritto. Quello che ho imparato è
che spesso il cinema riesce a mostrare l'invisibile che invece
non si può scrivere perché si devono usare delle
parole che lo rendono inevitabilmente visibile, ne Il
cielo sopra Berlino sono riuscito a mostrare l'invisibile
proprio perché non c'era una sceneggiatura.
Come si è trovato a lavorare
con Antonioni che è anche lui un regista che mostra
l'invisibile?
Realizzare un film insieme ad un uomo che ha perso la capacità
di parlare è stato un privilegio,dopo l'ictus il suo
vocabolario comprende una ventina di parole elementari. Al
di là delle nuvole è un suo film, io
ho solo aiutato, ero lì perché la compagnia
di assicurazione aveva paura che Michelangelo non fosse capace
di dirigere ma ciò non è mai accaduto. Ogni
giorno arrivavamo nella location e Michelangelo partiva per
una passeggiata senza dire alla troupe dove avrebbe messo
la macchina da presa, dopo un po' trovava uno spazio e faceva
un disegno e attraverso questo lui mostrava dove sarebbe stata
la macchina da presa e come voleva la scena. E' riuscito a
girare le scene senza usare le parole e questi disegni erano
fantastici, anche se a volte sembrava impossibile realizzare
la scena poi ci si riusciva, tutto senza usare le parole,
se questo non è rendere visibile l'invisibile…
Abbiamo la tendenza di dare per scontato che l'immagine sia
qualcosa di concreto dopo aver lavorato con Michelangelo ho
capito che l'immagine è qualcosa che viene dallo spirito.
Come si rapporta con i personaggi
femminili visto che predilige quelli maschili?
Il cinema negli anni ha rivolto il sguardo decisamente più
a protagonisti maschili che femminili. Io stesso ho fatto
film su uomini e questo è una vergogna e un peccato.
Per molto tempo ho saputo poco sulle donne quindi non me la
sentivo di fare un film su di loro, mettevo in scena il mio,maschile,punto
di vista. Come uomo mi identificavo col personaggio maschile
perché potevo forgiarlo come volevo io e tendevo a
fare questa cosa anche con i personaggi femminili con il risultato
che apparivano sempre poco vitali, questo perché proiettavo
me stesso nei personaggi e in quelli femminili non ne avevo
il diritto. Quando mi sono reso conto che non potevo farlo
mi sono reso libero di trattare i personaggi femminili. In
questo film ci sono tre donne forti, libere, e vive e sono
così perché non ho proiettato me stesso in loro
ma le ho lasciate libere di esprimersi.
A
quale dei suoi film è più affezionato?
Quando si chiede ad un genitore quale sia il suo figlio preferito
non da mai una risposta sincera, a volte è quello più
giudizioso e che da più soddisfazioni altre è
quello più difficoltoso e che da qualche grana. Per
i film è lo stesso, i miei preferiti sono quelli che
hanno avuto qualche difficoltà, uno di questi è
Fino alla fine del mondo che
è stato il più ambizioso e il più fallimentare
dal punto di vista commerciale. Esiste un dvd dove c'è
la mia versione del montaggio che dura almeno cinque ore e
che ovviamente è completamente diversa da quella uscita
nelle sale. Questa è la mia figlia preferita, perché
i film sono ragazze.
Perché sono ragazze?
In tedesco la luna è di genere maschile (Der Mond)
e il sole di genere femminile (Die Sonne) questo ha un senso
per voi italiani? No? Peccato! Comunque questa è la
ragione per cui i film sono ragazze. (Se qualcuno se lo stesse
chiedendo in tedesco Film è di genere maschile proprio
come in italiano! - ndr -)
Parliamo della musica, così importante
nei suoi lavori, per lei rappresenta un'altra occasione per
entrare in rapporto con l'invisibile di cui ci parlava prima?
La musica nei film è funzionale e ha molte funzioni,
ha lo scopo di rafforzare, sottolineare, creare atmosfere
estati d'animo. Lo notiamo e a volte ci disturba, io non ho
mai considerato la musica come un ingrediente, una funzione.
Cercherò di spiegarvi cos'è la musica per me.
Io sono stato formato, la mia immaginazione è stata
formata dai libri, quando ero molto piccolo e non sapevo leggere,
mia nonna mi leggeva dei libri, anche se per me non erano
mai abbastanza visto che pensavo che la funzione di mia nonna
fosse leggermi delle storie! Un giorno le ho chiesto di indicarmi
col dito le parole e le righe in modo che potessi vedere sulla
pagina ciò che leggeva ed è così che
ho imparato a leggere ma mi sono accorto che quello che mi
colpiva, non erano le parole ma gli spazi tra queste e quelli
tra le righe e attraverso questi spazi riuscivo a mettere
insieme le parole come fossero strumenti. Quando ho iniziato
a vedere film ho usato lo stesso modo di concentrarmi sugli
spazi tra le immagini e le parole ed è quello che cerco
di fare nei miei film. La musica è il vento che c'è
tra gli spazi vuoti e la conferma mi è venuta da Ry
Cooder quando ha fatto le musiche per Paris,Texas.
Ry ha realizzato le musiche in un grande studio di registrazione,
mentre proiettavano il film lui guardava le scene e suonava
e mi sono reso conto che non metteva mai delle note dove le
avrebbero messe gli altri, lui riempiva gli spazi vuoti, è
come se fosse stato il dito di mia nonna sul libro, lui riempiva
l'aria solo negli spazi, le nostre visioni erano simili.
E' per questo che poi ha deciso
di dedicargli un film?
Nel caso di Buena Vista Social Club
la musica c'era già noi l'abbiamo solo filmata. Tutto
il film è nato in un momento del primo giorno di riprese.
Eravamo in uno studio di registrazione all'Havana per riprendere
i musicisti ma loro erano molto sospettosi verso questi tedeschi
bianchi che non si sa perché volevano riprenderli mentre
suonavano e nonostante Ry li rassicurasse continuamente ci
sentivamo intrusi. La troupe era molto piccola, eravamo solo
io, mia moglie, il cameraman della steadycam e il fonico,
li riprendevamo mentre suonavano ma sentivamo che niente era
giusto, così facemmo una pausa. I musicisti uscirono
fuori a fumare e a bere caffè noi rimanemmo dentro
e il cameraman che aveva studiato al conservatorio prese in
mano il basso e cominciò a suonare Bach, i musicisti
lo sentirono entrarono e furono felici e come il cameraman
aveva provato un loro strumento loro vollero provare la steadycam
che è una cosa molto difficile! Fu un bel momento che
ci avvicinò e da allora, visto che anche noi conoscevamo
la musica, ci hanno accettato e ci hanno permesso di fare
tutto quello che volevamo.
Parliamo ora di un altro elemento distintivo
del suo cinema il colore, a che punto della lavorazione sceglie
il colore del suo film?
La mia idea deriva da questo, quando inizio a pensare ad un
film parto da un luogo dalla voglia di raccontarlo e di conoscerlo
meglio. I luoghi hanno i loro colori e le loro luci ed è
questo che mi piace, l'unicità di questi colori. Si
parla di "colore locale" che è molto simile
ai "sapori locali" della cucina regionale. Lascio
che il colore di un luogo aiuti la drammaturgia della storia,
il rosso di Non bussare alla mia porta
non l'ho imposto io ma è stato il west americano ed
è particolare grazie all'aria alla luce di quel posto.
Che
cosa dice a quelli che hanno sostenuto che questo nuovo film
assomigli un po' troppo a Paris,
Texas?
A quarant'anni, che è l'età che avevo quando
ho fatto Paris,Texas non avrei
mai osato fare un film come Non bussare
alla mia porta, ne Sam lo avrebbe scritto perché
ci prendevamo molto più seriamente. Questo è
un film ironico mentre Paris,Texas
non lo era affatto anche se lo amo molto. Spero che questi
venti anni che sono passati si vedano sullo schermo altrimenti
vuol dire che mi ripeto e questo non mi piace.
Le piace ancora andare al cinema, quali
film le sono piaciuti recentemente?
Mi piace andare al cinema ma non amo sentire in un film che
c'è una formula e sapere già cosa accadrà
tra dieci minuti e come finirà. L'ultimo film dal quale
sono uscito dalla sala è stato La
guerra dei mondi. Venendo in Italia mi hanno parlato
molto bene di Viva Zapatero ma
non l'ho ancora visto, ma credo che lo farò molto presto!