Rocky
Balboa: ultima fermata
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[fabio
melandri]
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In
una affollatissima conferenza stampa presso l’Hotel
Hassler di Roma, Sylvester Stallone attore/regista/sceneggiatore
ha presentato la sua ultima fatica, il sesto e conclusivo
capitolo delle avventure dello Stallone Italiano, alias
Rocky Balboa.
“Sono rimasto molto deluso da Rocky 5. Non
aveva una buona storia e neanche una buona filosofia
sebbene ci tenessi molto.” Rocky Balboa l’ultimo
vero eroe del nostro secolo, un cavaliere solitario
alla John Wayne in una pellicola di John Ford. Paragone
improponibile ma forse no “Io credo che Ford
avesse una grande qualità: la semplicità.
Io volevo fare un film semplice, come lo è Rocky.
John Wayne è una delle prime persone che ho conosciuto
a Hollywood e mi fa piacere che si pensi a me come a
lui. Ma oggi il mondo è molto più complicato.
Ad ogni modo io un western moderno l’ho girato
ed è Rambo.”
ncontrando l’attore italo-americano una carriera
segnata profondamente da due personaggi su tutti gli
altri, è inevitabile finire per chiedergli una
considerazione finale su entrambi i ruoli, oggi che
dopo Rocky si vocifera dell’imminente progetto
dell’ultimo capitolo di Rambo. “Rocky
è un ottimista, è un uomo che parla e
molto. Rambo invece parla di oscurità, è
un uomo più di azione che di parola e quindi
più complicato.
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Con Rocky più che un sequel volevo girare
un vero e proprio finale. Insieme al primo capitolo
lo considera tra i film più personali che abbia
mai girato, perché entrambi li ho vissuti sulla
mia pelle. E’ un film che ha richiesto molto tempo.
La MGM in un primo momento non voleva farlo. Poi sono
cambiati i dirigenti ed il progetto è decollato.
Tanto è vero che in un primo momento era in programma
Rambo. Ora prima di tornare a questo personaggio che
racconterà un ritorno difficile alla civiltà
dopo 20 anni vissuti nella giungla asiatica, girerò
un piccolo film sulla morte di due rapper afro-americani.”
Nel film compare in una breve scena il pugile Mike Tyson
che ha proposito del quale Stallone dice “Conosco
Mike Tyson, è un uomo complicato e molto arrabbiato.
Se non ha accanto a se un manager forte come lo aveva
all’inizio della carriera, avrà sempre
dei grossi problemi.”
Dopo Rocky nelle sale sono usciti diversi film con la
boxe protagonista, nei confronti del quale Stallone
ha una posizione molto precisa “Million Dollar
Baby non è un film sulla boxe, ma sulle emozioni,
un po’ proprio come il mio ultimo Rocky dove ci
sono solo 10 minuti di vera e propria boxe. Cinderella
Man è invece diverso. Penso che in un buon film
di boxe bisogna farsi colpire sul serio, farsi dare
dei colpi veri. Durante la lavorazione di Rocky diverse
persone si sono fatte male, fratture alle mani, alle
dita dei piedi e via discorrendo.”
E per concludere un desiderio per il futuro “Si
dice che mi piacerebbe lavorare con Scorsese? Chi non
lo vorrebbe. In realtà a me piacerebbe dirigerlo.
Comunque ora mi sto concentrando su film corali, capaci
di parlare della condizione umana, che trattino e colpiscano
le emozioni, portando lo spettatore dentro l’esperienza
filmica, un po’ come lo era Copland. Inoltre mi
piace lavorare con giovani attori e registi, cercando
di trasmettere loro quel po’ di esperienza che
ho accumulato.”
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