Marco Martana, Carolina Crescentini, Nicolas Vaporidis
Interviste a cura dell'ufficio stampa del film. L'intervista a Marco Martana è curata da Fausto Brizzi.

Fausto Brizzi: Perchè un film drammatico invece di una commedia generazionale come va tanto di moda?
Perchè originariamente con te abbiamo siglato un patto, ricordi? Scriviamo insieme. Tu giri le commedie, io tutto il resto! Comunque a parte questo, che naturalmente è un accordo che può essere tradito in ogni momento, direi che avevo bisogno di mettermi alla prova, volevo sperimentare un linguaggio cinematografico a me più consono, ed essendo un fan di noir, di western, di horror volevo dirigere un film che avrei voluto vedere al cinema come spettatore. Quante volte mi è capitato di vedere un film straniero e dire: "bello, ma questo si sarebbe potuto girare tranquillamente anche in Italia". Bè. l'ho fatto! E poi scusa. mi pare che prima di "Notte prima degli esami", in Italia non
andava tanto di moda la commedia generazionale. O sbaglio?

FB: Come ha deciso l'assegnazione dei tre ruoli principali (Vaporidis, Faletti, Crescentini)?
NICOLAS VAPORIDIS è uno dei migliori attori della sua generazione. Il più completo, capace di spaziare dalla commedia al film drammatico con grande naturalezza. Un protagonista nato e uno dei pochissimi attori capace di avere un seguito di spettatori e spettatrici giovani che lo segue come una rock star. Ma non è solo estetica. Il ruolo di Diego in scrittura era molto complesso, un personaggio fragile e forte al tempo stesso, con un dolore sempre presente per la delusione della fuga del padre; quella di Nicolas è stata una performance esemplare fatta di sfumature.
CAROLINA CRESCENTINI è l'attrice giovane più intensa e talentuosa degli ultimi cinquant'anni quindi ai provini non c'è stata storia. Si è mangiata tutte le altre.
E GIORGIO FALETTI possiede quella innata dote di illuminare l'inquadratura con la sua presenza. Gli basta un solo sguardo, anche senza fare o dire nulla. Una dote rara che si è dimostrata preziosa per donare al Primario di "Cemento Armato" un'autorevolezza e uno spessore capace di spazzare via il rischio del clichè che il ruolo poteva portarsi appresso.

FB: C'è un film di riferimento per "Cemento armato"?
P
potrei dire “Rusty il selvaggio” di Coppola, un po' del primo Scorsese. “La Mala ordina” di Di Leo. I noir di Hong Kong. Poi sicuramente il Carpenter degli anni d'oro, “Blood Simple” dei Coen…

FB: Ho capito. Basta. Adesso sono troppi. Quale è stata la difficoltà maggiore nel girare questo film?
Il trovare uno stile visuale personale, cosa che si fa raramente in Italia secondo me, e contemporaneamente fare in modo che lo spettatore non se ne accorga e sia immerso nella storia, inchiodato alla poltrona ed emotivamente coinvolto fino all'ultima inquadratura.

FB: Progetti futuri dopo "Cemento Armato"?
Sì. Parecchi. Ma ora penso a questo film… poi vedremo cosa fare dopo.

 

Vaporidis, Martani, Brizzi, Crescentini etc. Squadra che vince non si cambia?
Per fortuna. Il ruolo di Asia è uno dei più stimolanti che mi sia capitato. Una ragazza con un velo di malinconia sempre sul viso. Davvero agli antipodi dalla solare Azzurra. Sul set mi prendevano in giro perché restavo di malumore e ombrosa tutto il giorno.

Tu vieni dal Centro Sperimentale, un raro caso di un'attrice che non salta fuori da un Reality o da un corpo di ballo. Che pensi di questi attori improvvisati?
Ognuno sceglie la strada che vuole per cercare di arrivare ai primi risultati. Posso solo dire che la scuola mi ha aiutato a crescere come attrice e mi ha dato una base tecnica che poi sul set ti giochi, quando devi "combattere" con dei mostri sacri o recitare con un gruppo affiatato come quello di Notte.

Domanda impertinente: meglio Martani o Brizzi come regista?
Hanno fatto film talmente diversi che fare un confronto è impossibile. Scrivono insieme, spesso stanno al monitor insieme. Se uno dei due fa tardi perché trova traffico, inizia a girare l'altro. Voto per il pareggio.

Molto diplomatica. E allora giù la maschera: dove vuole arrivare Carolina Crescentini?
La verità? Se poco più di un anno fa mi avessero fatto vedere tutto questo mi sarei fatta una grande risata. Voglio solo continuare a fare questo lavoro più a lungo possibile. E' già una grande vittoria.

Togliamoci subito la domanda tormentone: addio per sempre a Luca Molinari?
Nel cinema la parola "sempre" non esiste. Diciamo che dopo due film e le soddisfazioni che mi ha dato Luca, sentivo il bisogno di confrontarmi con una nuova sfida. Il personaggio di Diego è il mio vero esame di maturità. Se l'ho superato lo dirà il pubblico.

Chi è Diego?
Diego è un ragazzo inquieto, senza un lavoro fisso, con molti sogni e una sola donna nel cuore, Asia. Un ragazzo sicuro di sé, anche troppo a volte. Molto diverso dal "Paperino" Molinari.

Com'è stato tornare faccia a faccia con Faletti?
Giorgio è unico. Crea un'atmosfera giocosa e professionale allo stesso tempo intorno a sé. In Notte 1 avevamo solo 5 o 6 scene insieme nel film ma sono quelle che tutti ricordano. Una bella coppia. Per me ormai è una specie di zio, anzi no, scriva un fratello maggiore se no s'offende.

E ora?
Ho appena finito di girare un film per la regia di Miniero e Genovese, scritto sempre da Brizzi, Martani e Bruno. Uscirà dopo Natale. Poi, forse un po' di teatro, ho molta voglia di tornare sul palco, non so.