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[jacopo
angiolini] |
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"Ho
visto cose che voi umani non potreste mai immaginare"
durante la 61a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Ho visto accreditati cinema (la base del popolo del
Festival) fare file di ore sotto il sole per accaparrarrarsi
la magica tesserina - al modico prezzo di Euro 40 -
che ti apre le porte dei sogni; li ho visti in fila
ore e ore prima dell'inizio delle proiezioni in compagnia
di un caffè, un giornale, un libro aspettare
pazientemente che in sala accedessero accreditati stampa,
media, industry e sperare che rimanessero posti vuoti
a premiare la loro paziente attesa.
Ho
visto Johnny Depp fare le 2 di notte per la proiezione
del suo film in Sala Grande, per un mostruoso ritardo
del programma; ho visto Quentin Tarantino e Joe Dante
resistere in
sala sino a notte fonda in compagnia di un piccolo
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esercito di appassionati ad
assistere a film come La mala ordina
di Fernando Di Leo, Cannibal Holocaust
di Ruggero Deodato, Orgasmo di
Umberto Lenzi; ho visto Spike Lee conversare amabilmente con
Gianni Ippoliti ed indossare improbabili vestiti anni 70; ho
visto inaccessibili feste on-the-beach per i papaveri e papere
dello star system italiota.
Ho visto gente spendere cifre da “mille e una notte”
per azzannare voracemente panini dai nomi da “mille e
una notte” Tom Ham e Basil Instinct; ho visto aspiranti
soubrette, veline, valette accompagnare attempati uomini in
smoking; ho visto Marina Ripa di Meana ospitare tra le sue folte
chiome pennuti di stoffa a corredo di vestiti che farebbero
invidia a Carmen Miranda; ho visto uomini e donne trascinarsi
a furia di caffè neri, macchiati, decaffeinati, corretti
per reggere il ritmo di 5/6 film al giorno dalle 8.30 di mattina
a mezzanotte inoltrata; ho visto gente ubriaca all'anteprima
del film Donnie Darko portata via
a forza dalla security, altri ancora cadere catalettici sulle
comode poltrone del Palazzo del Cinema; ho visto proiezioni
interrompersi per l'errato montaggio di un rullo del film A
all'interno del film B (Eros di
Wong Kar-Wai, Steven Sodebergh, Michelangelo Antonioni); ho
visto lo spazio Ippoliti arricchirsi giornalmente di messaggi,
commenti via via sempre più sarcastici ed ironici sulla
vita da Festival e sui film da stroncare (il più votato:
Ovunque sei di Michele Placido).
Ho visto ma anche sentito le risate sguaiate di Tarantino alle
proiezioni; ho sentito l'amore per il cinema manifestarsi nelle
parole di commento degli accreditati durante le proiezioni e
all'uscita delle sale; ho sentito le reazioni scomposte a tratti
isteriche di registi alla stroncatura della critica; ho sentito
le proteste e rivendicazioni dei no-global appostati sulla spiaggia
di San Niccolò con il loro controfestival (ospiti Tim
Robbins, Naomi Klein).
Ma soprattutto ho visto piccoli e grandi capolavori; alcuni
prossimamente nelle sale cinematografiche, altri che in mancanza
di un distributore rimarranno confinati nelle memorie di pochi
fortunati. Ma se la speranza è l'ultima a morire, aguzzate
la vista e tenete d'occhio quei piccoli spazi alternativi, quelle
intercapedini della programmazione cinematografica italiana
di cineclub, cineforum e reti televisive satellitari. Qualche
cinefilo o dirigente illuminato potrebbe regalarvi un insperato
biglietto per un viaggio verso territori inesplorati e linguaggi
originali.
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