Consiglio
per una buona lettura
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[giuseppe
panella] |
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Da
Aristotele a Spielberg. Capire la filosofia attraverso
i film
di
Julio Cabrera (trad. it. di M. Di Sario)
Milano, Bruno Mondadori, 2000
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Uscito
in edizione italiana da qualche anno, pare che pochi tra i
critici cinematografici se ne sia occupato o ne abbia tratto
qualche profitto. Eppure la loro futura analisi dei film ne
avrebbe tratto grande giovamento (lo stesso vale, ovviamente,
per gli studi di filosofia). Il dispositivo del libro è
facilmente riassumibile: ogni film contiene in sé un
nocciolo teorico che può essere analizzato con gli
strumenti del sapere filosofico. Per analizzare compiutamente
un film in questa dimensione, tuttavia, non bisogna tanto
prendere in considerazione il contenuto della narrazione filmica
quanto la sua forma espressiva. Questo permette di recuperare
e di riqualificare dei film nei quali nessuno tenderebbe a
vedere una dimensione di tipo teorico. È il caso di
Ladri di biciclette di De Sica.
In esso, di solito considerato un capostipite del cinema di
ispirazione ‘realista’, Cabrera trova significativa
la messa in discussione dell'idea di visione e finisce per
considerarlo un film in cui la visibilità reale delle
cose subisce uno scacco legato alla natura stessa di esse:
il cinema, infatti, non vede mai il reale così com'è
ma come il regista e la macchina da presa lo vedono. Dunque
ciò che lo schermo mostra non è mai il Vero
ma esclusivamente il Verosimile. Un altro esempio significativo
è legato alla teoria della conoscenza in Cartesio:
leggendo insieme il Discorso sul metodo e Blow
up di Antonioni (in particolare la celebre sequenza
della ‘finta’ partita a tennis dei mimi), Cabrera
individua nella ‘soggettività’ del fotografo
protagonista del film (interpretato da David Hemmings) la
chiave di volta della soluzione ai problemi che sorgono in
relazione alla verità della propria immagine ‘personale’
del mondo. Lo ‘scetticismo visionario’ di Antonioni
si rivela più adeguato a fondare una teoria della visione
della celebre soluzione di Descartes basata sul Cogito, ergo
sum. E si potrebbe continuare a lungo (il libro spazia da
Platone fino a Wittgenstein).
Si tratta, in conclusione, di un libro veramente importante
che permette di gettare uno sguardo originale sul cinema a
chi voglia azzardarsi a farlo.
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