Parlare
è da sempre il mezzo migliore per esprimersi e per rendere
partecipe un’altra persona dei nostri pensieri, delle
nostre sensazioni o più semplicemente delle nostre paure.
La comunicazione è diretta quando vi è un ascoltatore
attento che non perde occasione per catturare le frasi migliori
e per analizzare il senso delle parole. Ascoltare è una
caratteristica dei sapienti e dei curiosi, saper captare nell’aria
le particelle di sapere è affare assai raro e difficile.
Le frasi si districano e arrivano alla nostra mente in svariati
modi, alle volte partendo da uno scritto altre volte guardando
un quadro di rara bellezza. Il bello è un canale importante
per la comunicazione e questo lo sa molto bene il famoso critico
d’arte Vittorio Sgarbi, che nei suoi scritti ci riporta
vissuto, filosofia e perle d’arte. Critico attento, il
ferrarese non lascia possibilità di distrarsi e segue
il filo dei suoi pensieri come se ci stesse parlando direttamente,
come se nulla turbasse le sue parole. Lo scritto Vedere
le parole. La scrittura d’arte da Vasari a Longhi
è un saggio di rara pacatezza e dotato di una vellutata
critica personale che investe non solo la storia dell’arte
ma anche la nostra personale capacità di vedere il mondo
ed il bello. Un quadro in fondo è uno strumento di comprensione
e ci testimonia come l’artista abbia voluto comunicarci
una sensazione oppure un mondo a noi sconosciuto. Sgarbi non
usa mezze misure, le parole sbocciano dai quadri, nascono e
si rigenerano continuamente, come se un libro si scrivesse da
solo per sempre. Le pitture parlano e ci testimoniano non solo
epoche o periodi ormai scomparsi, ma anche tendenze artistiche,
pensieri e volontà di artisti che hanno fatto e che continuano
a fare la storia dell’arte. Una Pietà
di Giovanni Bellini cosa può raccontare ai giorni nostri?.
Non solo una storia o una testimonianza biblica ma anche un
amore ed una passione incarnate nella donna che guarda Gesù
e lo sgomento quasi mistico dell’uomo che non sa capacitarsi
dell’accaduto. Si pensi a La Gioconda di Leonardo
da Vinci, quante parole ha da dire, quanti pensieri ha da esprimere
e soprattutto quanti dubbi ha suscitato nella mente dei visitatori?.
Le parole nell’arte secondo Sgarbi esprimono anche la
personalità del creatore dell’opera, uomo sconosciuto
e misterioso che con tecnica, inventiva e capacità crea
la bellezza, la modella e la cambia a suo piacimento facendoci
pensare e comunicandoci una grandezza che noi possiamo solo
immaginare. Il libro è strutturato in tre semplicissime
parti: la parola viva che ci testimonia la bellezza,
la difficoltà e il mistero che vi è dietro ogni
frase; Il linguaggio applicato dove l’arte e
la parola si fondono per dare modo a noi spettatori di apprendere
ed infine variazioni sul tema, piccole divagazioni
a metà strada fra il filosofico, l’arte e il vissuto,
criticamente analizzate dall’intellettuale ferrarese.
Il testo di Sgarbi edito dalla prestigiosa casa editrice Bompiani
è un saggio che si legge velocemente ma con attenzione,
le frasi sono semplici ma acute e il tutto è condito
da alcune immagini di opere d’arte che meglio fanno capire
il significato delle parole di Vittorio. La critica profonda
di questo libro fa emergere in ognuno di noi una nuova coscienza
ed un nuovo desiderio di imparare, senza pregiudizi o barriere
mentali, sapendo discernere tra il bello ed il brutto, ma soprattutto
con la capacità personale di analizzare un libro, un’opera
d’arte, uno spettacolo, perché la parola è
ovunque, basta saperla cogliere. [alessio
moitre ]
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Vittorio
Sgarbi si dedica agli studi filosofici ed artistici conseguendo
la laurea in Filosofia con specializzazione in storia dell’arte
all’Università di Bologna. Saggista e conduttore
televisivo , ha scritto moltissime opere di grande interesse
come Carpaccio (1979, pubblicato
anche negli Stati Uniti da Abbeville e in Francia da Liana
Levi), Palladio e la Maniera. I pittori
vicentini del '500 e i collaboratori del Palladio, 1530-1630
(1980), Pietro Longhi. I dipinti di
Palazzo Leoni Montanari (1982), Gnoli
(1983, Premio Acquasparta), Tutti
i musei d’Italia (1984), Il
sogno della pittura (1985, Premio Estense), Antonio
da Crevalcore e la pittura ferrarese del Quattrocento a
Bologna (1985), Mattioli
(1987), Soutine (1988), Storia
Universale dell’arte (1988), Lezioni
private (1996), A regola d’arte
(1998), La casa dell’anima
(1999).
Ha pubblicato con Rizzoli Davanti
all’immagine (1989, Premio Bancarella 1990),
Il pensiero segreto (1990),
Dell’Italia. Uomini e luoghi
(1991, Premio Fregene), Gli immortali
(1998), Notte e giorno d’intorno
girando (1998), Le tenebre
e la rosa (2000), Percorsi
perversi (2001), Parmigianino
(2003), Un paese sfigurato
(2003), Andrea Palladio. La luce della
ragione. Esempi di vita in villa dal XIV al XVIII secolo
(2004). Per le edizioni Bompiani ha pubblicato Roma:
dizionario dei monumenti italiani e dei loro autori (1991),
Il bene e il bello (2002), Dell’anima
(2004), Ragione e passione
(2005), Vedere le parole. La scrittura
d’arte da Vasari a Longhi (2005). È
soprintendente ai beni culturali ed artistici di Venezia
e collabora con svariate riviste d’arte e di moda.
È stato eletto al Parlamento italiano nel 1992 e
nel 2001 e al Parlamento europeo nel 1999. È stato
sottosegretario ai beni culturali.
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