Come anticipa
il titolo del libro, l'argomento in questione è prettamente
filosofico ma non per questo riservato ai soli “addetti
ai lavori”. Come scrive lo stesso autore, uno dei più
autorevoli filosofi morali contemporanei, “si è
scritto per centinaia di anni su questi problemi, ma il materiale
filosofico grezzo viene direttamente dal mondo e dalla nostra
relazione con esso, non dagli scritti del passato. Ecco perché
quei problemi si ripresentano continuamente nella testa della
gente che non ha letto nulla in proposito”. “Filosofare”
non è quindi riservato ai soli professori universitari,
ma bene o male riguarda tutti, o quanto meno tutti coloro che
si sono soffermati almeno una volta nella loro vita su riflessioni
concernenti la natura intima ed inafferrabile del mondo circostante.
Se la filosofia non è una scienza, come può esserlo
la fisica, rappresenta tuttavia la lente attraverso la quale
scrutiamo ciò che ci circonda e ciò che troviamo
all’interno di noi stessi, come la coscienza, la distinzione
morale tra bene e male, il libero arbitrio e l’esistenza
o meno di ciò è che fuori di noi. L’approccio
di Nagel ai più elementari, ma profondamente complessi,
problemi sui quali la filosofia da sempre s’interroga,
pone le sue basi sulle esperienze quotidiane e sull’umano
sentire che in misura minore o maggiore appartiene a tutti.
Il suo intento non è infatti quello di fornire una “storia
della filosofia”, ma al contrario quella di catturare
l’attenzione su un campo d’interesse a volte screditato
o non considerato alla giusta luce. Se il filosofo è
colui che va a caccia di farfalle, è pur bene che sia
fornito del retino giusto e che si ponga i giusti quesiti nella
vasta gamma delle possibilità. Nove i problemi affrontati
all’interno del libro, in tutto appena 120 pagine in cui
l'autore traccia le linee generali di questioni ancora oggi
irrisolte: come sia possibile conoscere qualcosa; il problema
delle altri menti ed il rapporto mente corpo; il significato
delle parole; il libero arbitrio; i concetti di giusto e sbagliato;
il tema della morte ed infine il significato della vita. Tutti
argomenti che è possibile trovare in noi stessi ancora
prima che all’interno dei libri. Nagel non discute i grandi
scritti filosofici del passato, ma pone il lettore direttamente
faccia a faccia con il problema, invogliandolo ad approfondire
gli argomenti che ne derivano. Una brevissima
introduzione alla filosofia non è quindi un manuale,
ma una semplice lettura che ha il solo intento di introdurre,
per l’appunto, alla cognizione di problemi prettamente
e genuinamente filosofici. È puro e semplice filosofare,
è un'argomentazione portata avanti con se stessi su concetti
che spesso vengono dati per scontati. “La filosofia
è diversa dalla scienza e dalla matematica […]
Un matematico può studiare le relazioni tra i numeri,
ma un filosofo chiederà ‘Cos'è un numero?’”
Scorrevole ed interessante, il libro è un primo e semplice
approccio al mondo della filosofia, un sassolino che aspetta
di essere raccolto ed esplorato. [giulia
rastelli]
|
Thomas
Nagel è nato a Belgrado nel 1937, acquisendo la
cittadinanza americana nel 1944. Compie i suoi studi accademici
presso la Cornell University, prima ad Oxford e successivamente
ad Harvard, dove consegue il Dottorato nel 1963. Ha insegnato
dapprima a Berkely, poi a Princeton ed infine, nel 1980,
alla New York University. Tra le sue pubblicazioni si
ricordano La possibilità
dell’altruismo, Questioni
mortali, Uno sguardo da nessun
luogo, Paradossi dell’uguaglianza. |
|