La critica
è sempre un lavoro complesso e a tratti impervio. Non
tutto è prevedibile, schedabile ed a volte è necessario
dover ricorrere ai sensi, ad attimi di autentico “shock”
emotivo. Gli stessi istanti che condizionano la pittura trasognante
e vertiginosa di Nicolas de Stael, pregna di paure e gioie.
Questo testo è un viaggio in cinque atti teatrali potremmo
dire, nell’anima, nelle tensioni e nelle speranze del
pittore russo morto suicida ad Antibes nel 1955. Chastel in
quattro pregevoli e finissimi saggi fotografa al meglio la voglia
di pittura di Stael. “Non si illumina senza bruciare”
diceva Nicolas, che credeva fortemente nella necessità
di rinnovare costantemente il mondo dell’arte. Bisogna
centellinare le parole, cercare dietro alle frasi un genere,
uno stile di vita che “infiamma” il pennello e che
permette all’artista di creare. Si parla molto spesso
di genio creativo e di capacità pittorica senza rendersi
conto però che l’arte è soprattutto idea,
filosofia di vita, specchio di una coscienza critica che intende
pitturare il mondo a suo modo. Nicolas era artista eclettico,
dissacrante alle volte ma tanto bravo da meditare sul fine ultimo
del gesto pittorico. Chastel ci dice che “questo artista
violento, capace di infastidire o di stordire con la violenza
dei suoi propositi, poteva domandarsi improvvisamente se ogni
sua impresa non fosse ridicola”. Si giunge al fine ultimo,
il perché della nostra creazione, la vera utilità
della nostra arte. La filosofia, il mondo delle idee si intrecciano
con il pennello. Il sottotitolo del libro recita La
vertigine del visibile, la stessa realtà appare
paurosa, tanto da spingerci ad inventare un mondo su tela, destinato
ad essere abitato dalla nostra fantasia. L’importante
è inventare, creare, non fermarsi all’idea ma portare
il nostro “shock” su materia. Il libro dedicato
all’artista russo è molto intenso, a tratti difficile
ma decisamente intrigante. Le opere al fondo dello scritto sono
una toccante testimonianza della bravura e della capacità
artistica e creativa di un pittore ancora poco considerato dai
critici e dalle masse. [alessio
moitre]
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Andrè
Chastel (1912-1990), allievo di Henri Focillon e Professore
alla Sorbona di Parigi, ci ha lasciato studi fondamentali
sul Rinascimento italiano tradotte da Einaudi, fra le quali
ricordiamo Arte e Umanesimo a Firenze
(1964) e Favole, forme, figure
(1988).
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