Non gli diedi retta, e allora lui
allungò il braccio verso il ripiano. La mano tornò
stringendo un coltello. Nuda, la lama mi sorrise, curva in un
ghigno. Lui mi sfilò il cappello di bocca.
”Dimmi che mi ami”
Glielo dissi dolcemente.
La fine arrivò comunque.
La protagonista
di questo libro si chiama Susie Salmon, quattordicenne americana
come tante, con una vita e una famiglia più o meno normale.
Un giorno, senza neanche capire cosa stesse succedendo, viene
stuprata e uccisa mentre tornava a casa da scuola. Il suo assassino
- l’insospettabile vicino di casa - la fa a pezzi e la
nasconde, ritirandosi impunito ad una vita solitaria. I genitori
e la famiglia, intanto, sconvolti dall’accaduto, cercano
disperatamente di sopravvivere al trauma. È la stessa
Susie a raccontarci tutti i dettagli, dall’alto di un
paradiso personale condiviso con altre anime.
Il romanzo
d’esordio di Alice Sebold è un piccolo gioiello
di originalità, basato sull’incipit particolare
e sullo stile estremamente dolce, nonostante i dettagli brutali
della storia. È infatti dolce la stessa Susie, nella
sua innocenza violata, quando racconta ogni dettaglio della
sua morte. Ed è molto dolce quando, impotente nella sua
nuova condizione, può solo osservare da lontano il mondo
a cui apparteneva e da cui comunque non riesce a staccarsi,
nonostante sappia di non poter tornare. La sua innocenza si
snoda, trasparente, in ogni pagina del libro.
La trama
e lo stile riescono dunque a trascinare il lettore, a catturarlo
nel microcosmo di Susie. Questo libro ha tante ottime qualità
per piacere, oltre quelle sovracitate: è coerente, credibile,
descrittivo, a tratti commovente. Tuttavia, ha anche dei piccoli
difetti: c’è qualche tratto eccessivamente lungo
e ridondante che rischia di annoiare. Ci sono alcune scene poco
scorrevoli, pesanti. In alcuni casi, si ha quasi la sensazione
di leggere qualcosa che non aggiunga nulla alla trama. Per non
parlare dei colpi di scena, scritti con un tono quasi piatto
e senza stimoli.
Certo, ci si può chiedere se la Sebold non lo abbia fatto
apposta per conservare coerenza con la condizione del personaggio
principale, ma il risultato – specialmente verso la fine
– non è davvero soddisfacente. Amabili
Resti è un libro bizzarro, che può essere
apprezzato o meno, così come è successo per ogni
opera della Sebold. Lucky, il suo
primo romanzo, incentrato ancora sulla tematica dello stupro
– crimine che la scrittrice subì a diciotto anni
– ebbe poco successo.
La quasi luna, il suo ultimo lavoro,
è stato invece stroncato dal New York Times e difeso
dal pubblico.
Nonostante questi fattori, comunque, non me la sento di sconsigliare
la Sebold: affronta tematiche crude e difficili, ma che è
necessario conoscere. Il suo unico difetto, attualmente, è
quello di avere un pubblico ristretto e uno stile difficilmente
comprensibile.
[daniela
montella]
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La
scrittrice statunitense crebbe nei sobborghi di Philadelphia.
All'età di 18 anni, quando era ancora una matricola
alla Syracuse University, venne attaccata, picchiata e
brutalmente stuprata in un parco lì vicino. A seguito
dell'incidente tornò al suo dormitorio dove una
guardia giurata chiamò un ambulanza. Dopo alcuni
mesi trascorsi a casa la Sebold ritornò alla Syracuse
per finire il suo corso di laurea e studiare lettere.
Alcuni mesi più tardi, mentre stava camminando
su una strada vicino l'università, riconobbe in
suo aggressore e lo fece arrestare. Ottenuta la laurea,
la Sebold andò all'Università di Houston
in Texas, per un nuovo corso di laurea. In seguito si
spostò a Manhattan e visse lì per 10 anni.
Si manteneva con parecchi lavori come la cameriera e al
tempo stesso provò a portare avanti la sua passione
di scrittrice, cercando anche di scrivere la sua storia
attraverso la poesia, ma ciò non venne mai alla
luce. Per circa 2 anni fece uso di eroina, ma non ne divenne
mai dipendente e raccontò questo su abuso di sostanze
stupefacenti ad alcuni studenti durante un seminario dal
titolo "Evening of Fiction" dicendo:" Ho
fatto un sacco di cose di cui non vado particolarmente
fiera e non posso credere di averle fatte".
Il primo libro pubblicato di Alice Sebold era una memoria
del suo stupro al college avvenuto all'età di 18
anni. Chiamato Lucky perchè
uno dei poliziotti, subito dopo la sua aggressione, le
disse che era stata fortunata perchè tempo prima
un'altra ragazza era stata uccisa e fatta a pezzi nello
stesso tunnel. Così dopo il primo piccolo successo
di Lucky, Alice Sebold pubblicò nel 2003 il suo
romanzo bestseller Amabili Resti:“Ero
motivata nello scrivere sulla violenza perchè credo
che non sia insolita. La vedo come una parte della vita,
e penso che ci mettiamo nei guai quando separiamo le persone
che ne hanno avuto esperienza da quelle che non ne hanno
avuta". Da Amabili resti romanzo che ha riscosso
un enorme successo di critica e pubblico, Peter Jackson,
il regista de Il signore degli anelli,
sta per trarre un film previsto per il 2009. |
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