Quando
il viaggiatore si e’ seduto sulla sabbia della spiaggia
e ha detto”Non c’e altro da vedere”, sapeva
che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio
di un altro . Bisogna vedere quel che non si e’ visto
, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere
in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno
quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima
volta pioveva, vedere le messi verdi,il frutto maturo, la pietra
che ha cambiato posto l’ombra che non c’era. Bisogna
ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi
a fianco nuovi cammini"...
Scrive José
Saramago, premio Nobel per la letteratura, nella breve e intensa
postfazione ,quasi un prologo,che accompagna questo bellissimo
ed affascinante romanzo. Il libro si presenta come un diario
scritto in terza persona da un viaggiatore che vagabonda per
il Portogallo, paese natale dell’autore. Durante la lettura
il romanzo assume una dimensione ben più ampia della
semplice guida; e il viaggio assume il senso di metafora di
vita. Il protagonista rappresenta Saramago stesso che in queste
pagine viaggia non solo nella sua terra, ma anche all’interno
di sé. Il suo girovagare è molto simile all’esistenza
umana ed è fatto sia di percorsi prestabiliti quanto
di imprevisti, di sbagli .smarrimenti ed incertezze. Scoprendosi
vagabondo cerca la storia,iniziando un viaggio non solo nello
spazio ma anche nel tempo; si interroga sui confini, distinzioni
così rigide e nette, comprensibili solo su una carta
geografica che si traducono in leggi scritte che la natura ed
i sentimenti umani non riescono a sentire propri. Attraverso
i suoi occhi e attenti,vediamo i capolavori dell’arte
Portoghese le Chiese i panorami mentre i suoi sguardi obliqui
ci fanno cogliere le tristezze, le piccole cose, la storia,
i conflitti e le speranze e le vicende umane. Protagonista quindi
del romanzo non è solo il viaggiatore, ma anche le sue
emozioni e tutto ciò che egli incontra e nel suo vagabondare
e il viaggio diventa una scuola di vita un percorso conoscitivo
proprio della natura umana. Il libro, da parte dell’autore,
e’ offerto come una sfida “un invito “ a lasciare
la propria situazione stabile la propria casa le circostanze
comode per mettersi in cammino ed intraprendere una nuova impresa
che comunque ed in ogni caso arricchirebbe la nostra vita e
darebbe una possibilità di conoscenza non solo dei luoghi
e della storia ma anche di se stessi. Proprio per questa ragione
Saramago avvisa il lettore che il suo romanzo non è una
guida come tante, che comunque ogni nostro viaggio come la vita
deve essere costruito con itinerari propri senza seguire le
indicazioni dei percorsi comodi e frequentati, bisogna ricercare
ciò che magari nessuno cerca e reinventare volta per
volta la strada: Saramago in queste pagine che attraversano
il paese da lui tanto amato, con le lunghe e particolareggiate
descrizioni delle bellezze della terra Lusitana, trasmette quella
passione che ci fa amare comprendere e desiderare di visitare
il Portogallo.
[simonetta
cestarelli]
|
|
|
Poeta, critico letterario
e scrittore, premio Nobel per la letteratura nel 1998,
maestro della metafora letteraria Josè Saramago
è nato ad Ainhaga in Portogallo il 16 novembre
1992. Il padre, José de Susa, era un contadino,
nel 1924 tutta la famiglia si trasferisce a Lisbona,
nonostante il nuovo lavoro del padre come poliziotto,
le condizioni economiche della famiglia rimangono precarie
e Saramago deve abbandonare gli studi per lavorare.
Durante questi anni Josè fa mille lavori per
mantenersi, prima di trovare un impiego nell’editoria
e fare il direttore di produzione per i successivi dodici
anni. Nel 1944 sposa Ida Reis e nel seguente 1947 nasce
la sua unica figlia, nello stesso anno scrive il suo
primo romanzo Terra del peccato
che non viene accolto bene dal regime dittatoriale di
Salazar, che già in passato aveva tenacemente
censurato l’attività di Saramago. Nel 1969
Josè si iscrive al Partito Comunista portoghese,
agisce nella clandestinità e si dedica all’attività
di critico letterario per la rivista “Sera Nova”
.Pubblica nel 1966 la sua prima raccolta di poesie
I poemi impossibili. Negli anni settanta si occupa
di produzione letteraria e cura l’edizione del
giornale Diario de Lisboa, negli stessi anni pubblica
poesie nella raccolta Probabilmente
allegria (1970) cronache: Di
questo e quell’altro mondo (1971), Il
bagaglio del viaggiatore (1973), Le
opinioni che DL ebbe (1974) scrive inoltre testi
teatrali e alcuni racconti. Dopo la rivoluzione dei
garofani che destituisce il regime di Salazar in Portogallo,
Saramago si dedica completamente alla scrittura,pubblica
nel 1977 il romanzo Manuale di
pittura e calligrafia, nel 1980 Una
terra chiamata Alentejo. Nonostante sia già
riconosciuto come grande scrittore Portoghese il successo
internazionale giunge con una serie di romanzi scritti
negli anni novanta Storia dell’assedio di Lisbona
una bella storia d’amore e
Il vangelo secondo Gesù e Cecità
considerato il suo capolavoro.
|
|