"I
lauri della nostra terra son tutti avvizziti,
E le meteore fan tremare le stelle fisse in cielo;
La pallida luna osserva insanguinata la terra,
E profeti dal volto scarno sussurrano terribili cambiamenti."
William Shakespeare, Riccardo III
Primo capitolo della trilogia che James Ellroy ha dedicato al
personaggio del detective Lloyd Hopkins –
Perché la notte, La
collina dei suicidi – Le
strade dell’innocenza ci
cala in una Los Angeles da brivido, dove il caldo atmosferico
si fonde con il clima da hard boiler, di disperazione e depravazione
che contagia tanto la Los Angeles del bel mondo hollywoodiano
che quella del ghetto in cui focolai di rivolta sono soffocati
con l’uso a volte spropositato della forza.
Scopriamo così attraverso tessere di un puzzle che si
va componendo sotto i nostri occhi dalla prima sino all’ultima
pagina, le vite malsane dei tutori della legge e dei gangster,
farabutti e serial killer che insanguinano le strade di L.A.
Nel mondo di Ellroy la dicotomica visione del mondo tra bene
e male, bianco e nero è opacizzata da una lente indagatrice
che concentra la sua attenzione sui gangli tumorali che attanagliano
la vita dei suoi personaggi, su cui pende la sensazione di un
ineluttabile destino a cui è impossibile opporsi.
Lloyd Hopkins è un detective di L.A. con una vita personale
in frantumi - lasciato da moglie e figlie, un fratello poco
raccomandabile che conserva un arsenale in giardino - ed una
professionale ad alto rischio di compromissione – frequenta
puttane con la stessa naturalezza delle dive del grande schermo,
e fa uso della forza con la naturalezza di quando consuma un
panino durante un appostamento notturno -.
Ma è anche dotato di grande cuore ed è il miglior
cane segugio della West Coast. La caccia ad un pericoloso serial
killer diventa l’ossessione principe tra tutte le ossessioni
che Ellroy attraverso la sua scrittura vivace, visiva ed assai
cinematografica riesce a trasmettere al lettore con partecipazione
inusuale. Il linguaggio crudo, a volte sgradevole e violento,
non appare mai fine a se stesso, ma funzionale al climax ed
al colore dell’atmosfera creata dall’autore.
Lo stile di Ellroy non è facilissimo da seguire. Al filo
narrativo principale, intreccia un numero considerevole di sottotrame
altrettanto avvincenti della principale, che si corre il rischio
di perdersi. Ma il grande talento dell’autore risiede
nel riuscire a chiudere ogni traccia, che è poi finalizzata
alla costruzione del piano generale dell’opera in uno
svelamento continuo di informazioni che vanno a comporre quel
meraviglioso quadro d’insieme che è Le
strade dell’innocenza.
[fabio
melandri]
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James
Ellroy, il cui vero nome è Lee Earle Ellroy è
uno scrittore di romanzi polizieschi best-seller caratterizzato
da uno stile di scrittura telegrafica.
Nel 1958, sua madre, Geneva, fu uccisa a El Monte, dove
lei e Ellroy si erano trasferiti tre anni prima dopo il
divorzio dal padre, Armand. Il delitto irrisolto ed il
regalo di compleanno di suo padre pochi mesi dopo, il
libro
The Badge di
Jack Webb, che parla del Dipartimento di Polizia di Los
Angeles, sono stati due punti cruciali della sua vita.
Un altro evento che ha segnato la sua vita è il
famoso caso della "Dalia Nera", un caso di omicidio
rimasto irrisolto, avvenuto a poca distanza da dove il
giovane Ellroy abitava.
La vita di Ellroy è in realtà tutt'altro
che tranquilla: all'età di 17 anni perde anche
il padre. Ne approfitta per lasciare l'esercito, dove
si era arruolato volontario e dà inizio ad un periodo
in cui si dedica pesantemente all'uso di alcool e psicofarmaci.
Alterna periodi di disoccupazione ad altri in cui lavora,
ad esempio, come caddy in un circolo di golf.
A causa delle sue abitudini sregolate, va per due volte
vicino alla morte per polmonite. In seguito trova il modo
di rimettersi in sesto e finalmente dare sfogo al desiderio
impellente di scrivere un libro sulla Dalia Nera. Nasce
così The Black Dahlia
in cui l'autore mescola la storia
vera con le proprie angosce e ossessioni derivanti dall'omicidio
della madre. Ellroy vive a Carmel, California con sua
moglie, Helen Knode, autrice del libro The
Ticket Out. Tra le sue opere:
L.A. Confidential (1990),
American tabloid (1995),
Sei pezzi da mille (2001),
Jungletown Jihad (2006).
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