Chi è
Melissa? Un incubo, un virus informatico, un fantasma, una ragazza
bionda con jeans e giubbotto rosso investita sull’autostrada?
O tutto questo insieme e altro ancora. La realtà infatti,
spiega l’autore, non è materiale ma è formata
da energia e come tale si può trasformare in varie entità.
Partendo da un forum, un newsgroup su Google dedicato al caso
di una ragazza senza documenti investita sulla Bologna–Padova
che, nello stesso istante in cui viene travolta e uccisa, appare
contemporaneamente ad altri automobilisti, il protagonista,
un giornalista che si occupa di indagini su fatti misteriosi
e soprannaturali, inizia ad indagare per riuscire a dipanare
la realtà dalla leggenda e a dare un senso ad una catena
di morti inspiegabili ma tutte collegate, in un certo qual modo,
a Melissa che appare e scompare come se fosse un incubo materializzato.
Melissa, il virus informatico che fa suicidare le persone, Melissa,
una ragazza affogata misteriosamente nel Tanaro durante il ventennio
fascista, Melissa la sanguinaria che può uscire persino
da uno specchio, da un televisore, dal corpo di una ragazza
addormentata.
“Storie inverosimili che scaturiscono dalla nebbia,
da quella luce greve in grado di divenire il buio dell’anima,
dal silenzio. Qui spesso sono le rappresentazioni mentali e
le costruzioni dell’immaginario a determinare i comportamenti
sociali. Qui il reale può configurarsi come il prodotto
del fantastico.”
Un libro inquietante che si legge in poche ore, proprio per
la capacità dell’autore di catturare l’attenzione
con uno stile da indagine giornalistica che nulla tralascia.
Arona ci conduce lungo un’intricata storia di terrore
e morte alla ricerca di una spiegazione plausibile, attraverso
una analisi lucida di fatti di cronaca e leggende metropolitane,
che tra loro si collegano soltanto attraverso il nome della
protagonista, Melissa, o la data in cui accadono, 29 dicembre
1999. Ma è difficile distinguere i fatti reali dall’invenzione
letteraria.
Il racconto si snoda in modo cronologico, frammentario, ogni
capitolo è come la tessera di un puzzle che si definisce
a poco a poco, come se lungo l’arco della ricerca si venissero
ad aggiungere piccoli parti che maggiormente fanno luce sull’intreccio
inspiegabile dei fatti. L’ambientazione è molto
curata, la descrizione dei luoghi particolareggiata, sembra
di conoscerli, di vederli, quei luoghi di provincia tra Alessandria
e Monferrato immersi nella nebbia che li avvolge e che condiziona
anche l’umore degli abitanti. E la nebbia, forse, è
la vera protagonista del libro, la si annusa, la si vede, se
ne viene avvolti.
“È lei, la nebbia, il marchio della città,
che ti entra nelle ossa e nei polmoni, facendoti morire anzitempo.
Arriva dal basso, nasce sotto i tuoi piedi e punta verso l’alto.
Guardateci dentro con la massima concentrazione, ma attenzione
ai miraggi.” Degno di nota in questo libro non è
tanto la trama in sé stessa, che per la sua peculiarità
può interessare anche chi non ama le storie di fantasmi,
ma il modo in cui è raccontata, lodevole sia per lo stile
linguistico, la proprietà del linguaggio, sia per la
tecnica del racconto.
Cronache di Bassavilla non annoia
mai e trascina il lettore nel vortice degli eventi narrati,
con la logica e la razionalità di chi si avvicina al
paranormale da scettico e cerca con l’analisi lucida di
svelarne i meccanismi e renderli spiegabili per la mente umana.
Ma, nonostante questo, si resta invischiati nelle maglie del
mistero e dell’irrazionale. Arona affascina, cattura,
rende appassionante anche un tema difficile e di nicchia come
il genere horror, lasciando fino all’ultimo il beneficio
del dubbio, senza mai squarciare del tutto quel sottile velo
che separa la realtà dall’imponderabile, la chiarezza
dal mistero.
“Bassavilla è ovunque. Guardate bene nella
nebbia. E non dimenticatelo: a noi che qui siamo nati la nebbia
piace. Amiamo il suo fruscio e la sua coscienza. Amiamo svanire
nel suo grigiore stagnante con i colletti tirati sin sopra le
orecchie, le mani in tasca e le tese dei cappelli che nascondono
gli occhi. A noi piace perché nasconde la realtà.”
[vanessa
menicucci]
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Danilo Arona
nasce ad Alessandria nel 1950. Giornalista e scrittore,
ha al suo attivo un incalcolabile numero di articoli disseminati
fra giornali locali e non, riviste varie, saggi sul cinema
fantastico e sul fantastico sociale, nonché romanzi
fanta-noir di ambientazione italiana. Suoi racconti sono
apparsi nelle antologie L’hotel
dei cuori spezzati,
Spettri metropolitani, Jubilaeum,
14 colpi al cuore, Duri
a morire. |
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