Arrivederci
amore,ciao è un libro assolutamente
unico nel suo genere perché oltrepassa le barriere stesse
dei generi e mescola insieme in modo impeccabile avventure “tarantiniane”
e spietata denuncia sociale e politica. Un libro unico perché
non lascia speranze: qui non c’è riscatto, non
c’è pace e futuro roseo per nessuno. Eccetto per
il protagonista, una figura mutevole che ad ogni rilettura emerge
per sfumature diverse, Giorgio Pellegrini. Chi è costui?
Uno dei tanti che popolavano il movimento extraparlamentare
dell’estrema sinistra. Figlio della buona borghesia, per
moda e per vanteria entra nel giro dei sovversivi rossi. Un
giorno, causa un incidente di percorso, (un metronotte salta
in aria dopo aver aperto una borsa con esplosivo collocata da
Pellegrini e un suo complice davanti all’associazione
Industriali), è costretto a scappare dall’Italia
e trovare rifugio in Centro America dove entra a far parte della
guerriglia. La vita del rivoluzionario però non fa per
lui, tanto che decide di ritornare a far la vita da “borghese”
e diventare un vincente come quelli che con le “fabrichette”
e l’evasione fiscale si sono fatti una posizione nel nord-est.
Per arrivare a questo Pellegrini non lesina perfidie a nessuno:
tradisce, uccide, rapina. Tutto per entrare nel giro di quelli
che contano, nel mondo corrotto e laido che domina il Nord-est,
con i suoi affari tra lecito e illecito dove è difficile
capire quale sia la differenza fra gangster e imprenditore.
Il romanzo offre il meglio di sé proprio nell’attenta
e documentata analisi del mondo dei “vincenti” e
criminali moderni che popola il Veneto. Ritratto spietato di
un paese che ha perso memoria, ideali, lotta per costruire un
mondo diverso. Una nazione ed in particolare il nord-est, dove
poliziotti corrotti, assassini di varie mafie e voltagabbana
delle peggiori specie lottano per arrivare a dominare e arricchirsi.
Lo stesso Giorgio è vittima e carnefice di questo mondo.
Grandissimo libro consigliato come lettura fondamentale per
capire come è cambiato in peggio il nostro mondo.
[davide
viganò]
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Massimo
Carlotto è nato a Padova nel 1956 vive in Sardegna.
Il suo nome è legato, purtroppo, a uno dei peggiori
casi di “malagiustizia” italiana. Nel 1976
viene ingiustamente accusato dell’omicidio di una
studentessa: Margherita Magello. Assolto per mancanza
di prove dalla Corte d’Assise di Padova, condannato
a diciotto anni dalla Corte D’Appello di Venezia
e dalla Corte di Cassazione. Inizia una vita da fuggiasco
che lo porta prima a Parigi e poi in Messico. Arrestato
dalla polizia messicana ritorna in Italia. Dopo un lunghissimo
calvario giudiziario, Carlotto riceve la grazia nel 1993.
Scriverà un libro sulla sua storia: Il
fuggiasco, portato anche sullo schermo da Andrea
Manni ed interpretato da Daniele Liotti. Seguiranno altri
romanzi legati al genere noir: La
verità dell’alligatore, Il
mistero di mangiabarche, Niente
cortesia all’uscita, Il
corriere colombiano, Il maestro
di nodi, che rinnovano il genere unendo solide
trame di criminalità più o meno organizzata
a ritratti ferocissimi di un paese corrotto ed allo sfascio.
Ha inoltre scritto altri libri sempre in bilico tra genere
e denuncia, storie durissime e amarissime che mettono
in luce l’Italia odierna fatta di arrivisti senza
scrupoli, alienati, gente sul baratro di una follia collettiva
e di sofferente solitudine. L’ultimo suo lavoro
si intitola: La Terra della mia
anima, biografia di Beniamino Rossini, co-protagonista
della serie Alligatore, personaggio non di fantasia, ma
reale. |
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