“E
di colpo pensò: sono io quello anormale, oramai. La normalità
era un concetto legato alla maggioranza, rappresentava una qualità
comune di molti uomini, non di uno solo.”
Io sono leggenda di
Richard Matheson è un romanzo scritto nel lontano 1954,
oggi rieditato da Fanucci in occasione dell’imminente
uscita dell’omonimo film con Will Smith. Romanzo che ha
già avuto due trasposizioni cinematografiche L’ultimo
uomo sulla terra (1964) di Ubaldo Ragona e 1975:
Occhi bianchi sul pianeta terra (1971)
di Boris Segal.
Protagonista assoluto Robert Neville, ed assoluto è il
termine più corretto da usare visto che trattansi dell’ultimo
uomo rimasto sulla faccia della terra; una terra abitata da
non-morti, vampiri che infestano le lunghe notti del protagonista
costretto ad una vita fatta di solitudine, azioni meccaniche
e reiterate nel tempo, tra bicchieri di whisky in cui affogare
la propria solitudine e le musiche di Ravel e Schonberg.
Richard Matheson, romanziere e sceneggiatore per Roger Corman
(Il pozzo e il pendolo, I vivi
e i morti da Poe) e Steven Spielberg
(Duel)
oltre che autore del serial televisivo Ai
confini della realtà, piace
mescolare i generi prendendo “dalla fantascienza la parvenza
di razionalità, dall’horror l’incombenza
di un’alienità totale ed ostile, dal thriller inquietudini
e sudori freddi di un protagonista alle prese con una realtà
che non capisce e non può dominare. Il tutto messo al
servizio di una crisi individuale che domina il proscenio per
intero.” come rileva Valerio Evangelista nella postfazione
al romanzo.
Ma l’orrore in Matheson è condito da un umanesimo
molto accentuato che non colpisce solo i protagonisti ma anche
gli antagonisti.
In Io sono
leggenda c’è una sorta
di compartecipata pietas del protagonista nei confronti dei
vampiri, che spogliati della loro mitologica parvenza, vengono
ridotti ad esseri verso i quali provare compassione e condivisione
di un destino di cui spesso e volentieri non si è artefici
ma bensì vittime. Nel racconto di Matheson emerge una
dimensione tragica, un decadentismo che coglie gli attanti come
gli ambienti in cui questi si muovono grazie ad un’ambientazione
rurale che impregna il racconto di quei valori americani mai
apertamente espressi dall’autore ma lasciati trasparire
dalle parole e pensieri del protagonista.
Un racconto che fa della privazione e rigorosità il suo
punto forte a livello narrativo, dell’evocazione il perno
attraverso il quale coinvolgere il lettore in una lettura appassionata
e senza tregua.
[fabio
melandri]
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il film |
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Richard
Burton Matheson (Allendale, 20 febbraio 1926) è
uno scrittore e sceneggiatore statunitense. Passa
la sua infanzia a Brooklyn, dove già ad otto anni
scrive e pubblica alcune poesie sul giornale Brooklyn
Eagle.
Nel 1943 si diploma
alla Brooklyn Technical High School ed entra subito nell'esercito,
dal quale viene congedato perché ferito in azione.
Tornato civile studia giornalismo all'Università
del Missouri, e già nel 1950 pubblica il suo primo
racconto,
Nato d'uomo e di donna sul
Magazine of Fantasy and Science Fiction. Nel 1951 si trasferisce
in California, e l'anno successivo si sposa. L'incontro
con la donna che diverrà sua moglie viene descritto
nel racconto Fiamma frigida, esteso poi nel romanzo Cieco
come la morte (Someone Is
Bleeding, 1953).
In California entra a far parte dei "Fictioneers",
un gruppo di giovani scrittori di gialli. Scrive così
alcuni racconti gialli come Notte
di furia (Fury on Sunday,
1954) e Cavalca l'incubo
(Ride the Nightmare, 1962).
Mentre lavora in fabbrica, sogna di diventare scrittore
a tempo pieno. Intanto riprende un'idea avuta a 17 anni
vedendo il film Dracula, la sviluppa e ne trae Io
sono leggenda (I am Legend,
1954). Lo stesso anno esce anche la prima antologia dei
suoi racconti, Born of Man
and Woman. Malgrado questo,
le ristrettezze finanziarie spingono Matheson a trasferirsi
per accettare il lavoro offertogli dal fratello.
Nel
1956 esce
Tre millimetri al giorno
(The Shrinking Man), scritto di
notte dopo la giornata lavorativa, ed il successo è
tale che la casa cinematografica Universal ne acquista
subito i diritti e ne trae il film Radiazioni
BX distruzione uomo, diretto
da Jack Arnold.
Nel 1958 esce il romanzo Io
sono Helen Driscoll (A Stir
of Echoes), un altro successo. Nel 1959 il produttore
televisivo Rod Serling convoca Matheson per un progetto
a cui sta lavorando: Ai confini
della realtà (The
Twilight Zone). Matheson si è già fatto
un nome nell'ambito televisivo, scrivendo sceneggiature
per telefilm come Alfred
Hitchcock Presenta, Star
Trek ed altri, così
lo scrittore accetta di buon grado l'incarico, scrivendo
per la nuova trasmissione. Nel 1960 l'American International
Pictures commissiona a Matheson l'adattamento cinematografico
del racconto di Edgar Allan Poe The
House of Usher. I vivi e
i morti è il primo
film di una serie che il regista Roger Corman realizza
con la collaborazione di Matheson.
La fama di Matheson come sceneggiatore è ormai
tale che nel 1962 viene chiamato da Alfred Hitchcock per
lavorare al suo film Gli
uccelli (The Birds), tratto
da un racconto di Daphne Du Maurier. Come Matheson stesso
racconterà, Hitchcock non apprezza affatto la sua
idea di non far vedere per niente gli uccelli nel film,
tanto che la sceneggiatura alla fine viene affidata ad
Evan Hunter.
Nel 1964 Matheson adatta Io sono leggenda per il film
L'ultimo uomo della Terra
(The Last Man on Earth), una co-produzione italo-americana
con Vincent Price protagonista. Ma il successo rimane
nelle produzioni televisive: nel 1971 adatta il suo racconto
Duel per
la sceneggiatura dell'omonimo film, diretto dall'allora
esordiente Steven Spielberg.
Nel
1980 adatta per lo schermo
Cronache marziane,
l'antologia di Ray Bradbury.
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