“Per
il suo romanzo, che con la chiarezza dell’arte realistica
narrativa e con la varietà e l’universalità
del mito ci fa luce sulla condizione umana nel mondo contemporaneo”:
con queste parole viene assegnato il Premio Nobel per la letteratura
a William Golding. Capolavoro della letteratura inglese, pubblicato
grazie all'interessamento di T.S. Eliott,
Il signore delle mosche, opera prima di Golding, rappresenta
un successo editoriale senza paragoni.
Quattordici milioni di copie vendute, numerose versioni cinematografiche
da esso tratte, la garanzia del premio Nobel per l'autore e
un soggetto unico con una tematica importante e profondissima,
tutto ciò contraddice la teoria secondo la quale i best
seller sono sempre letture semplici. Il libro può essere
considerato una favola moderna improntata sulla simbologia e
sulla metafora. La trama di fondamentale importanza parla di
un gruppo di ragazzi che scampa a un disastro aereo e approda
in un’isola, sperduta in mezzo al mare. Nel resto del
mondo divampa una guerra nucleare e ai ragazzi viene data l’eredità
di ricostruire un mondo andato in frantumi. L'isola fa da scenario
alla vita dei sopravvissuti in attesa di un eventuale salvataggio;
essi infatti devono adattarsi alla vita di naufraghi senza l'aiuto
di nessun adulto; devono eleggere un capo, procacciarsi il cibo,
costruirsi dei rifugi. Tra i prescelti eleggono Ralph, che allegoricamente
per la sua bellezza e carisma fra i personaggi rappresenta la
conoscenza e la saggezza; successivamente si evidenzia un’altra
figura come capo: Jack, che impone la sottomissione e l'obbedienza.
Piggy, consigliere di Ralph, un ragazzino miope e poco attraente,
è un personaggio importantissimo all’interno della
storia, in quanto rappresenta l’intelletto e la ragione.
L'isola simboleggia un eventuale mondo isolato e chiuso e il
gruppo dei ragazzi l’umanità continuamente in bilico
fra bene e male, un’umanità primordiale selvaggia
e barbara in conflitto con le forze della civilizzazione. L’invidia,
la violenza, l’odio e la sopraffazione esplodono nello
scenario ospitale ma selvaggio dell’isola fino a renderla
allegoria fantastica di un mondo crudele e cupo.
La metafora del testo si presta a numerose interpretazioni:
da quella religiosa, dato che “il signore delle mosche”,
il totem adorato dai seguaci di Jack, è anche il nome
del diavolo in ebraico, a quella dell'eterna lotta umana fra
il bene e il male anche in relazione alla guerra, all'avvento
del nazismo ed alla figura di Hitler che molti ritrovano in
Jack, il capo despota e violento.
Traspare inoltre la totale sfiducia di Golding nel sistema scolastico
inglese ed emerge un’accusa aperta anche verso tutte le
pedagogie in genere, essendo l’autore simpatizzante per
le idee steineriane e contrario quindi con i principi pedagogici
restrittivi. La sfiducia dell’autore nella natura umana
ci restituisce la concezione di un uomo violento, cattivo, sia
nei rapporti sociali che umani ricorrendo a un espediente letterario
caro alla letteratura inglese: l’isola deserta, che troviamo
già in opere come La tempesta
di Shakespeare, I viaggi di Gulliver
di Swift, L’isola del tesoro
di Stevenson e Robinson Crusoe
di Defoe, nei quali l’isola diventa luogo ipotetico ma
facilmente riconducibile alla realtà dell’Inghilterra,
isola anch’essa. Questo romanzo, come tutti quelli di
Golding, si articola sui temi fondamentali del realismo e del
modernismo del periodo letterario a cui appartiene. Il modernismo
è riconoscibile per il grande uso di metafore ed il realismo
nella descrizione di una storia completamente inventata ma verosimile,
lasciando trasparire alla fine un certo tentativo di cupo ottimismo
sullo scetticismo dell’autore. Tragico, pessimistico e
quasi doloroso, con uno stile scorrevole e trasparente nei contenuti,
non privo dei limiti dell’opera prima, Il
signore delle mosche è libro che coinvolge profondamente
ed appassiona.
[simonetta
cestarelli]
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William
Golding nasce nel 1911 in Cornovaglia, frequenta il Brasenose
College di Oxford dove prima studia scienze naturali e
successivamente letteratura e filosofia. Pubblica nel
1934 la sua prima raccolta di Poesie col titolo Poems.
Completati gli studi negli anni successivi, continua ad
insegnare fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale
a cui partecipa come ufficiale di marina. Ritornato all’insegnamento,
nel dopoguerra, inizia a scrivere il suo primo ed importantissimo
romanzo intitolato Strangers from
Within che propose a diversi editori senza ottenere
consensi. Il libro uscì successivamente nel 1954
grazie all’appoggio di T. S. Eliot,che ne suggerì
il nuovo titolo Il signore delle
mosche e ottiene ampi consensi ma il grande successo
arriva con l’edizione del 1959 negli Stati Uniti,
il romanzo infatti diventa un libro cult della Beat Generation.
La popolarità insieme alle mutate condizioni economiche
consentono a Golding di abbandonare l’insegnamento
per poter quindi scrivere a tempo pieno: Le
due morti di Christopher Martin (1956), Caduta
libera (1959), La
piramide (1967), Oscuro visibile
(1979), e la trilogia costituita da
Riti di passaggio (1980), Calma
di vento (1987), Fuoco sotto
coperta (1989) e il dramma teatrale Farfalla
d'ottone (1958). Nel 1983 arriva il premio Nobel
e nel 1988 è nominato Baronetto dalla Regina. Muore
nella sua amata Cornovaglia nel dicembre del 1993. |
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