Bambini nel tempo è il quinto
romanzo di Ian McEwan, scrittore britannico di grande rilievo,
con il quale ha meritato il “Whithbread Novel Award”.
L'autore, con uno stile acuto e meticoloso, descrive un'esperienza
reale quanto sconvolgente che si inserisce nella vita del protagonista.
Stephen, scrittore di successo di libri per ragazzi, sposato con
Julie e padre di Kate, una vivace bambina di tre anni, un giorno,
durante il solito giro al supermercato perde inspiegabilmente
la figlia. La perdita della bambina, evenienza non così
assurda, coinvolge profondamente ed emotivamente il lettore, che
partecipa con commozione allo sconvolgimento della vita dei due
genitori. Il dolore di Stephen e di Julie per la perdita, la sofferenza
profonda e l'elaborazione di un lutto così straziante,
cambia completamente la loro vita. Un angoscioso patimento che
i due genitori non riescono a comunicare e condividere, che li
conduce su strade differenti nella ricerca di accettare la perdita
della bambina e di continuare a vivere.
Sembrerebbe un racconto sulla perdita di un figlio, ma è
molto di più. Su questo importantissimo evento principale,
si inseriscono altre tematiche della vicenda: la cronaca del lavoro
di Stephen per una commissione governativa sull'educazione, la
descrizione amareggiata e cruda della società Inglese post
thatcheriana, le relazioni fra Stephen e i suoi amici Thelma,
insegnate di fisica e Charles, suo primo editore; il rapporto
tra genitori e figli, ma soprattutto il rapporto che ha il nostro
vivere emozionale con il tempo, inteso come grandezza cronologica
della nostra vita.
McEwan con un delicato distacco descrive minuziosamente le reazioni
emotive del protagonista e degli altri personaggi, la sofferenza
di Stephen che ferma il tempo della sua vita interiore a quel
giorno, all'immagine di sua figlia che per lui avrà sempre
tre anni. La narrazione degli eventi cronologici è frammentata
dai ricordi dell'infanzia di Stephen, anche dai ricordi più
lontani e improbabili ma vissuti anche quelli come emozioni. Il
tempo nel suo andamento lineare esiste, o forse è il tempo
delle nostre emozioni che da la cadenza al tempo stesso? Non a
caso che McEwan inserisce la citazione di T. S. Eliot:
“Il
tempo presente e il tempo passato/ sono forse presenti entrambi
nel tempo futuro…”
Quindi il
presente non è altro che un risultato del nostro passato
e il futuro li riassume entrambi e così è per
il nostro esistere. McEwan affronta anche la tematica del rapporto
genitori e figli in modo tenero e profondo, soffermandosi sulla
visione dell’infanzia come momento di perfetta felicità,
di folle tentativo di tornare in dietro nel tempo, come accade
a Charles. Stupisce il finale del tutto inaspettato, ma che
si incastra negli avvenimenti precedenti. Le ultime pagine sono
poetiche, delicate e piene di tenerezza, pur non negando il
legame con la realtà. Un romanzo che va letto e poi riletto
ancora, per trovare in ogni pagina ogni volta una nuova chiave
di lettura.
[simonetta
cestarelli]
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“Ho
cinquantadue anni e mi dedico seriamente alla scrittura
da quando ne avevo ventuno. Spesso mi capita di domandarmi
se scrivere stia diventando più facile. Temo che
la risposta sia no.”
Così
parla di sé Ian McEwan, uno degli scrittori più
importanti del panorama letterario Inglese.
Nasce il 21 giugno del 1948 ad Aldershot in Inghilterra,
figlio di un militare di carriera. Vive a Singapore
e successivamente a Tripoli seguendo il padre nei suoi
spostamenti. Studia in collegio nel Suffolk e si laurea
in Letteratura inglese nel 1970 alla Sussex University.
Completa i suoi studi all'Università della East
Anglia e durante questo periodo si iscrive a un corso
di scrittura creativa sotto la guida dei due scrittori
Malcom Bradbury e Agnus Wilson. Da allora non ha smesso
di scrivere. Vive dal 1982 a Oxford con la moglie e
quattro figli. Scrittore molto attivo ha pubblicato
la sua prima raccolta Primo amore,
ultimi riti nel 1975 a cui sono seguiti Fra
le lenzuola e altri racconti (1982), Lettera
a Berlino (1990), Bambini
nel tempo (1992), Cani
neri (l993), L'inventore
di sogni (1994), Il giardino
di cemento (1994) Racconti
(1996) L'amore fatale (1997),
Cortesie per gli ospiti (1997),
Amsterdam, (1998), Espiazione
(2002). McEwan ha conseguito il riconoscimento della
critica internazionale attraverso i suoi lavori, tra
cui ricordiamo il “Somerset Maugham Award'”
nel 1976 per la sua prima raccolta di racconti; il Whitbread
Novel Haward e il Prix Fémina Etranger 1993 per
Bambini nel tempo ed infine
il premio “Shakespeare prize” in Germania
nel 1999. È stato menzionato per il Booker Prize
per la narrativa per tre volte vincendo il premio per
Amsterdam nel 1998. È
stato premiato con il “WH Smith literary Hawars”
2002 , “National critics Cirlce Fiction Haward”
2003, “Los Angeles Time prize for fiction”
2003 e “Santiago Prize per gli scrittori europei”
2004 per il suo romanzo Espiazione.
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