Arte contemporanea
Titolo originale
Arte contemporanea
Autore
Michele Dantini
Anno
2005
Editore
Giunti

L’antipasto nel mondo culinario deve far pregustare le portate successive, ci deve spingere a sognare cosa vi sarà dopo, ad immaginare le prelibatezze che ci attendono. La curiosità deve invadere la nostra mente, ci deve portare a chiedere di più. E proprio come un invitante antipasto, il testo di Michele Dantini ci invoglia, ci incuriosisce e ci spinge a chiedere, a domandare e a riflettere. Ed allora diventa un obbligo scoprire l’arte che conta, quella in sostanza che rimane e che a tratti ci entusiasma. Arte contemporanea è uno scritto lineare, che tratta con la dovuta precisione i grandi temi della pittura dalle avanguardie storiche fino ai giorni nostri. Molti potranno contestare che l’evento artistico trattato da Dantini non sempre sia attuale come il titolo vorrebbe ma forse è anche questa la caratteristica di questo libro edito dalla Giunti. L’atto umano del creare infatti è sempre moderno, vivo ed attuale, non esistono periodo recenti o passati, non esiste insomma un’arte contemporanea ed una arcaica. Dal primo artista trattato, Kandinsky, fino all’ultimo, Jeff Koons, il segno ed il colore sono identici perché partono dalla voglia di creare e di stupire. Ed allora durante la lettura si rimane incantati dalle tele di Matisse, dall’eleganza compositiva di Mirò, dal talento unico ed inimitabile di Picasso e dal genio di Warhol. Una lettura scorrevole condita con ottime immagini e precisazioni puntuali ed attente. Si parte con le Avanguardie storiche, essenziali per capire le creazioni di oggi, si incontrano lungo il cammino artisti quali Klee e Nolde e ci si perde nei ricordi con nomi quali Boccioni e Braque. Dantini punta sulla comprensione delle opere ma ci da solo un assaggio di ciò che potremmo scoprire noi stessi con la nostra curiosità. Lo stessa che ha accompagnato in tutti questi anni gli scritti dell’autore stesso, sempre attenti e mai banali (uno su tutti, Cubismo, del 2002 ). Il testo incalza, si passa al periodo fra le due guerre, un’epoca dura ma artisticamente intensa, pregna di successi ma anche costellata da insuccessi. È in questo periodo che nasce il genio di Duchamp, incredibile e sottovalutato; la nostalgia di Sironi e la precisione maniacale di Mondrian, ma vi è anche spazio per autori poco trattati quali per esempio Casorati (inesistente nei libri di scuola di oggi) e Brancusi, scultore geniale ma mai capito del tutto. Mi permetto di sottolineare la scheda su Christian Schad, artista eclettico e provocatorio che si dovrebbe riscoprire. Si passa con leggerezza e continuità di intenti al decennio informale, pieno di esperienze e di emozioni e di tentativi alle volte disparati. Lo scrittore ci incuriosisce come se volesse stuzzicarci, come se dovessimo sforzarci per volere di più, per pretendere di più. Dall’art brut all’informel, tutto ci comunica sperimentazione e novità. Fontana e i suoi tagli, Bacon e la sua materia indefinita e alle volte quasi inesistente, Rothko con le sue tele essenziali ma estremamente concettuali fino ad arrivare a Pollock, vero artista e sperimentatore a tratti folle. Ed infine i giorni d’oggi con le Neoavanguardie. Non è mai facile criticare i tempi moderni e soprattutto guardare con occhio critico la nostra realtà che per molti appare insipida e satura di esperienze artistiche fallite. Dantini ci porta una sua personale visione dei giorni nostri con artisti come Beuys, genio dell’arte povera, Warhol, vero ago della bilancia per l’arte di oggi. Dantini arriva ad analizzare uomini sconosciuti ai più quali Frank Stella, Susan Hiller, artista interessantissima e veramente ispirata, Francesco Manzoni, genio napoletano che oggi abita a New York. L’analisi non è mai facile nel mondo dell’arte ma Michele Dantini ci stuzzica con succulenti antipasti che non ci possono lasciare indifferenti.
[alessio moitre]