Dal 9 al 13 maggio un cartellone denso di ospiti internazionali, musicisti di grande capacità e prestigio a Spin Time, cantiere di rigenerazione urbano, spazio polifunzionale occupato di Santa Croce in Gerusalemme, nel cuore di Roma.
Lo scopo è di rigenerare il panorama del jazz e della musica afroamericana a Roma, valorizzare la sua caratteristica di essere melodia critica ed espressione giovanile contemporanea, denso di una ritmica che esprime ribellione e rivoluzione.
Cinque giorni per cinque concerti al giorno con jam session finale notturna.
Vedremo alternarsi le musiche di musicisti romani come Mario Corvini e Stefano Micarelli del Brit in Jazz, Carlo Conti, l’eccellente batterista Armando Sciommeri, e le voci sassofonistiche di Danielle Di Majo e Carmen Falato che suoneranno con i loro quartetti, Oscar Rosati, il trombettista che vive tra Los Angeles e l’America Latina, apprezzato ed ispirato dal ritmo afro-cubano e dal latino tutto, infatti uno degli obiettivi è di dare risalto a numerose band della Capitale spesso non adeguatamente supportate dal sistema culturale istituzionalizzato e le note dei numerosi ospiti provenienti da tutto il mondo.
Molti artisti internazionali hanno risposto alla chiamata, presenti il batterista statunitense Gregory Hutchinson, grande interprete della percussione che suonerà insieme al contrabbassista Ameen Saleem nel progetto dello Spinnin’Time Quartet. Ascolteremo tutte le sere le note del sassofonista cubano Robertico Martinez, miglior talento jazz giovanile dell’isola con il suo afro-cuban Quartet, del pianista Greg Burk in trio con John Arnold, e del batterista Bruce Ditmas con il suo large ensemble.
Numerose le Orchestre, tesoro tutto romano, ricchezza di numerosi territori e quartiere, espressione della sensibilità popolare. Scelta coraggiosa volta al per garantire una proposta eterogenea e gonfia di significati che riportino centralità alle nostre tradizioni musicali evolute in relazione alla complessità sociale quotidiana.
Partecipa anche Antonello Salis con il gruppo degli Extreme Quartet dove spiccano Satta e Corvini.
Una menzione a parte merita The Legacy Septet, interprete delle musiche di Pino Sallusti, purtroppo scomparso nel mese di aprile.
Ogni giorno, vari appuntamenti disseminati in molti luoghi della struttura ospite e soprattutto nella grande ed accogliente sala Auditorium, vera perla di acustica fra le migliori in città, che daranno modo agli ascoltatori di immergersi nel percorso sonoro tracciato dal treno della musica afro americana.
Un appuntamento imperdibile per gli appassionati e non, confezionato da un collettivo di musicisti, l’Anonima Jazzisti, che ha trovato nell’auto-organizzazione e l’auto-determinazione, l’unica forma di espressione. Un momento importante per la città, che vede riuniti moltissimi artisti di alta formazione e spessore accomunati dalla passione per la buona musica e la necessità di comunicare al pubblico con tonalità sperimentali dettate dalle emozioni più profonde che risuonano attraverso le tonalità dei vari strumenti.
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