Alcuni piccoli film

Una nave galleggia in cielo nel riquadro di una finestra aperta, le strisce pedonali sono un mare da attraversare al semaforo. Nelle immagini si ritrovano le metafore di lieve surrealismo e la svagata malinconia presenti anche nelle canzoni; e il sole sembra appeso a un filo come un lampadario.

Per presentare il secondo album, autoprodotto, Gerardo Casiello si circonda di amici artisti e musicisti. Sulla superficie semitrasparente di un grande pannello sono proiettati “Alcuni piccoli film”: proprio come recita il titolo del disco. Creature ibride fra uomo e animale che potrebbero uscire da un dipinto di Savinio o incastrarsi in un’opera di Escher, stop-motion in plastilina, spezzoni cinematografici e soggettive girate in fish-eye percorrendo la capitale; viaggi in paesi delle meraviglie con Alice o acquerelli impressionistici che ci portano al Moulin de la Galette. Diversi per tecnica, stile ed autore, i “piccoli film” che corrispondono ad ogni brano sono parte integrante di un progetto video-musicale. Evitando l’illustrazione didascalica delle canzoni, all’interno dello spettacolo, i video diventano un accompagnamento composito dal sapore artigianale: con il frequente ricorso al loop e l’inserto di finestre affacciate direttamente sulle opere grafiche e pittoriche che gli artisti presenti sul palco eseguono dal vivo.

Intanto, altri ospiti raggiungono Casiello e la band: Riccardo Tesi all’organetto, Rita Marcotulli al pianoforte. Vista attraverso il pannello, la scena pare avvolta da una semi-oscurità fumosa e vintage: fra pianoforte e sax, contrabbasso, organo hammond e fisarmonica, pare quasi di assistere al concerto degli Aristogatti.

Pur con qualche intoppo tecnico, un prologo poco efficace e una scarsa visibilità dei disegni “live”, lo spettacolo rimane una piacevole “colonna visiva” che prende per mano lo spettatore e lo conduce al primo ascolto di un nuovo delicato album, per poi abbandonarsi festosamente alle sonorità più folk e trascinanti del precedente “Contrada Casiello”.