Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno

Inizia come il solito giallo alla Agatha Christie. Una famiglia allargata, un nido di vespe, si ritrova in un vecchio albergo in alta montagna per una riunione di famiglia, per festeggiare l’uscita dal carcere di uno dei suoi componenti. Un’improvvisa e terrificante nevicata li blocca al suo interno, quando qualcuno inizia a morire.
Tra di loro si aggira un assassino. In realtà lo sono un po’ tutti, perchè come rivela il titolo programmatico del romanzo, Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno.

Voi direte…ed allora? Tutto sa già di letto e riletto in tutte le salse. Vero, ma ora viene il bello, la particolarità di questo giallo, perfetto regalo per le prossime festività natalizie. Il narratore del racconto è uno dei componenti della famiglia protagonista, e si rivolge al lettore in prima persona, creando con questo un rapporto talmente empatico da introdurlo nei segreti di questa famiglia ed all’interno delle trame criminali che vi si sviluppano. Il lettore diventerà una sorta di personaggio aggiunto alla storia, testimone delle vicende e complice dell’assassino, qualora chi parla si rivelasse tale, o una sorte di Dottor Watson che collabora alla risoluzione del caso.

Benjamin Stevenson

Ed il coinvolgimento meta-narrativo del lettore inizia sin da subito, in quanto il narratore esplicita le 10 regole a cui si atterrà durante il suo racconto, il noto decalogo delle regole del giallo elaborato da Ronald Knox nel 1929, un anno appena prima di entrare a far parte del Detection Club sorta di società segreta tra i cui membri figuravano nomi quali Agatha Christie, G.K. Chesterton e Dorothy L. Sayers.

L’autore Benjamin Stevenson è un’importante e pluripremiato stand-up comedian in Australia, qui al suo primo romanzo pubblicato a livello internazionale. Che possa seguire le orme del nostro Giorgio Faletti, da comico ad affermato scrittore di crime?