La guerra di indipendenza di Roma Nord

Ci sono esordi timidi ed esordi ‘arroganti’. Ci sono scrittori capaci di raccontare un microcosmo che risulti interessante solo a familiari ed amici intimi e ci sono scrittori capaci di raccontare partendo da un microcosmo familiare, un mondo universale. Ci sono storie che si perdono dopo poche pagine e storie che crescono pagina dopo pagina, nutrendosi vicendevolmente al fine di creare un mondo immaginifico ma verosimile.

La guerra di indipendenza di Roma Nord è un esordio arrogante; una storia capace di rompere i propri confini locali; un mondo immaginifico ma verosimile come quello della saga di Trono di Spade di George R. R. Martin. Troppo? Forse, ma le pagine del romanzo esordiente di Claudio Delicato (nato a Roma Sud, operatore umanitario per l’ONU, suona la batteria) si consumano voracemente l’uno dopo l’altra, si riempiono di luoghi conosciuti (Piazza Sempione, Ponte Milvio, Via Nomentana, Borgata Fidene, Viale Europa, Parco della Musica, Palazzo dei Congressi all’Eur…) in cui si verificano eventi fantasiosi (Mammut in assetto da guerra, invasioni di Piazza San Pietro, una S.S. Lazio stratosferica con Manuel Nueur in porta e Lionel Messi in attacco). Il tutto attraverso uno stile multisensoriale in cui il racconto si fa visione, l’azione si fa fumetto, i dialoghi hanno il ritmo di una sceneggiatura di Tarantino, le trovate si sprecano e sembra incredibile che siano concentrate in un unico romanzo.

Violenza ed umorismo, sangue e risate sono dispensati in egual misura nelle vicende in cui personaggi di fantasia si muovono insieme a personaggi reali creando un mondo lontano ma così vicino al nostro. Con estrema semplicità ed un pizzico perchè no di populismo, viene raccontata e spiegata attraverso un’opera di fantasia l’Italia di ieri (delle divisioni, delle stragi, dello Stato che cammina sotto braccio la Malavita), quella di oggi e le possibili degenerazioni di quella di domani.

Un’ucronia (letteralmente “nessun tempo” per indicare la narrazione letteraria, grafica o cinematografica di quel che sarebbe potuto succedere se un preciso avvenimento storico fosse andato diversamente) come Fatherland di Robert Harris e La svastica sul sole di Philip K. Dick. Arrogante?