Castello di sabbia

Graphic novel scritta nel 2013 e pubblicata in italiano ora sull’onda dell’uscita cinematografica del nuovo thriller/horror di M. Nighy Shyamalan, Old, a cui la pellicola si ispira.

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La graphic novel nasce da due fattori: un ricordo d’infanzia del suo autore Pierre Oscar Lévy, quando trascorreva le sue estati con la famiglia a Naves, paesino della provincia di Oviedo, nelle Asturie in Spagna. Qui vi è una spiaggia protetta da un’insenature, chiamata dolina di Gulpiyuri, un piccolo capolavoro della natura, scenario ideale, per il giovane Pierre, ove ambientare una piccola grande storia. Il secondo fattore è l’interesse dell’autore sulle conseguenze che il cambiamento climatico del pianeta si riversano sulla vita dell’uomo. Pare che il nostro pianeta subisca estinzioni di massa piuttosto regolarmente, a qualche centinaia di migliaia di anni di distanza; se i dinosauri sono stati protagonisti della quinta estinzione  65 milioni di anni fa, pare proprio che la specie umana sia la protagonista della sesta, attualmente in atto.

Da questi due elementi nasce Castello di sabbia, una graphic novel claustrofobica nonostante l’ambientazione en plein air, intimista nonostante la presenza di ben 14 personaggi, inquietante. Si perché contrariamente a quanto accade nel film, dove tutto viene spiegato sin troppo, ivi tutto accade “qui e ora” senza un perché, senza una spiegazione. Tutto accade assai velocemente ed in modo ineluttabile. Si avverte la mancanza di una via di fuga e la presenza di un destino inesorabile dal quale nessun personaggio sarà in grado di sottrarvisi.
Lo percepiscono i protagonisti, ma lo stesso lettore che procede nella lettura con un senso di angoscia profonda che si fa sempre più concreto pagina dopo pagina.

Dobbiamo prendere atto che la vita della specie umana, confrontata con quella del nostro pianeta, è un infinitesimale granello di sabbia, pronto ad essere spazzato via senza troppi complimenti dall’inesorabile “Cerchio della vita”, e noi con i nostri comportamenti stiamo accelerando senza neanche rendercene conto.

Lasciate ogni speranza voi che “approdate”!