Sebastiano Gavasso, attore già protagonista di “Dignità Autonome di Prostituzione” di Luciano Melchionna, è in scena a teatro con “Arancia Meccanica“. Il cinema invece lo vede tra i protagonisti di “Zeta”, film di Cosimo Alemà, dedicato alla scena rap e hip hop italiana.
Quale ruolo interpreta in “Arancia meccanica”? «Io sono Dim, uno dei tre drughi della versione teatrale insieme a Georgie e ovviamente ad Alex, il “capo-drugo”. Sarà l’idea di Alex di voler essere riconosciuto leader che porta il trio di “indissolubili” amici amanti dell’ultraviolenza e del lattePiù a sfaldarsi. Drugo in Nadsat significa Amico. Il Nadsat è il linguaggio nato dalla fusione di termini inglesi, russi e slavi inventato da Burgess per Arancia Meccanica, una sorta di slang adolescenziale, non a caso lo stesso termine Nadsat significa Adolescente in russo. Dim è quello che non si cura dello sporcarsi il volto o i vestiti di sangue, viene definito da Alex “uno sciatto”, è il più “randagio” dei tre e non ne vuole sapere di avere un capo, perché ama vedersi come un “cane sciolto”, in una battuta dice ad Alex «Non ti uauèlare (non prendertela) Alex, è solo che vorremmo che tutto fosse un piccolopoco più democratic!Più dem ecco!». Insomma mira ad un’idea di branco, democratico nell’accezione più anarchica: l’azione per l’azione, la violenza per la violenza, tutti per uno ma in fondo ognuno per sé. Un esistenzialista, o forse meglio ancora uno spontaneista».
L’esperienza teatrale le lascia dei segreti professionali da sfruttare anche al cinema, come ad esempio in “Zeta”? «Non parlerei di segreti, quanto di possibilità di approfondire e sperimentare. A teatro si ha la fortuna (e necessità) di fare moltissime prove, per Arancia l’abbiamo fatto in maniera intensiva per un intero mese, perché in scena deve essere “buona la prima”. Al cinema hai (generalmente, ma purtroppo sempre più frequentemente) meno possibilità di “provare la scena” col vantaggio però di avere più ciak e di aggiustare eventualmente il tiro in fase di post-produzione. Segreti però non ce ne sono, esperienza si. Spesso si dice: «Ogni attore di teatro può fare anche cinema, mentre il contrario è piuttosto difficile». Non credo ci siano attori teatrali e cinematografici, semplicemente attori credibili e meno credibili. La verità scenica non è sempre la realtà, ma sia nel teatro che nel cinema ritengo la credibilità fondamentale».
Come mai ha deciso di realizzare uno spettacolo su Marco Pantani? «Mi è stato proposto lo scorso anno da Chiara Spoletini, con cui ho lavorato in Dignità Autonome di Prostituzione. Chiara è anche un’eccellente autrice, e per questo ho accettato prima di leggere il testo, anche perché sapevo che al mio fianco avrei avuto Alessandro Lui, altro collega di DAdP che stimo profondamente. Letto il testo mi sono innamorato della figura (sportiva ma soprattutto umana) di Pantani. Partendo dalla ricerca del personaggio (scenico) mi sono ritrovato a voler combattere per restituire all’uomo Pantani la dignità che gli è stata rubata due volte: a Madonna di Campiglio con dei controlli pilotati e a Rimini il giorno della morte. Per questo oltre allo spettacolo ho promosso una petizione tramite Change.org per non far archiviare le indagini sulla morte: www.change.org/pantani».
Segue quindi la vicenda del ciclista lungo tutta la sua carriera? «Lo spettacolo parte dalla figura e dalla vita di Pantani, per sviluppare quanto il percorso, le salite, le cadute, le rinascite, e il crollo possano essere “tragicamente” ma così umanamente vicine a tutti: un Sisifo moderno, vivo e reale. Debutteremo il 5 giugno, anniversario dei controlli di Madonna di Campiglio. Non voglio svelare dove, ma credo sia il miglior luogo possibile…».
Invece la webserie “JesVlog – il Vlog di Gesù di Nazareth” cosa è? «Tre anni fa l’autrice Carla Marcialis mi contatta per interpretare Gesù nella webserie “Maria” scritta da lei. Nel momento di iniziare le riprese ci tagliarono i fondi; per trovarne di nuovi (come anche un produttore) e non abbandonare il progetto abbiamo deciso di sviluppare uno “spin-off” della serie… Mi spiego: in una delle puntate Gesù (tornato sulla terra, molto diverso dal Gesù dei 4 Evangelisti e più vicino al Gesù degli Apocrifi) sconvolto dalla potenza comunicativa del web decide di aprirsi un account su Youtube e sui principali social… Un Vlog in cui comunicare la sua “Buona Nouvelle Vague”. Abbiamo sviluppato l’idea e con la regia di Gianpiero Alicchio e di altri registi che si sono avvicendati sono nati molti sketch, ricette, approfondimenti culturali e opinioni su tematiche sociali. Un Gesù che «sta sempre sul pezzo» o come ci piace dire: «Un Gesù che ne sa sempre una più del diavolo!». JesVlog Lo è su Facebook, Instagram e Twitter ma soprattutto su YouTube quindi invito tutti a iscriversi al canale www.youtube.com/alleluialleluia. E condividetene tutte/i!».
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