«Un prison drama prodotto e ideato in Italia, un genere inedito per il nostro mercato. Per essere all’altezza di questa responsabilità, abbiamo scelto che a incarnare questo controverso e intenso protagonista – il sovrano assoluto di un carcere in cui vige una sola legge, la sua – fosse Luca Zingaretti, l’interprete forse più popolare e apprezzato d’Italia. Così cupo e maestoso, il suo Bruno Testori non rischia di somigliare a nessun altro, e intorno al nostro “Re”, a mettere in crisi e quindi a umanizzare questa figura così complessa, si muovono tre personaggi femminili forti e determinatissimi, interpretati da Isabella Ragonese, Anna Bonaiuto e Barbora Bobulova». Con queste parole Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia, ben chiarisce il coinvolgente progetto legato a “Il Re“, nuova serie targata Sky con al centro Zingaretti nel ruolo del cattivo.
Tutto si svolge nel San Michele, un carcere di frontiera dove il direttore Bruno Testori (Zingaretti) applica la sua personale idea di giustizia: la legge dello Stato qui non esiste, perché la legge è lui. Spietato con chi lo merita ma anche all’occorrenza misericordioso, Bruno si identifica nelle biografie deragliate dei detenuti, perché lui stesso, per primo, è un uomo spezzato dalla vita. Un duplice omicidio, prima quello del comandante e suo migliore amico, poi quello di un ergastolano, principale alleato di Bruno tra i detenuti, può stravolgere il suo dominio. Girato in due carceri vere, ora in disuso: il carcere di Civitavecchia e il carcere di Torino, oggi museo, “Il Re” avvolge lo spettatore con la giusta tensione e il misurato senso di oscurità ambientale. Come dichiara il regista Giuseppe Gagliardi: «Cosa succede quando un regno rischia di crollare davanti agli occhi del suo sovrano? Il Re racconta questo, il potere politico e militare che Bruno Testori esercita nel suo carcere sta scricchiolando, lui deve cercare di salvare la sua corona».
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