Anais Drago

Il concerto di Santo Stefano è un evento inventato e voluto dal musicista e compositore Luigi Cinque secondo uno spirito antico e moderno: mettere a confronto, con il placet intellettuale e formale dei padri Francescani della Basilica, quello che le altre culture hanno prodotto in relazione alla liturgia cristiana, come ad esempio la Missa Luba, la Messa Flamenca e tutte le messe mediterranee. In un continuo ed incessante flusso di contaminazione, fusione, reciproco accrescimento e condivisione. In un luogo simbolo della cristianità e di resistenza come la Basilica di S. Maria in Aracoeli, al mattino, ore 11, del 26 dicembre (Scala dell’Arce Capitolina, 14), avviene qualcosa che assume sapore di spiritual, di festa mediterranea, di rito sacro e pagano nello stesso momento, di liberazione e di guarigione. In un ideale abbraccio da Harlem ad Istanbul fino ai riti arcaici dei pastori sardi come di quelli mongoli.

Non è un caso che in questi venticinque anni il Concerto sia stato definito “il Respiro Sacro di Roma” (Peter Gabriel nel

Enzo Avitabile
Napoli 2022

2008, dopo aver assistito tra il pubblico), non solo per le sue multiculture a confronto ma anche perché il Sagrato della Basilica ha via via accolto, stili musicali, poetici e narrativi a confronto: grandi personaggi del jazz, della classica, del rock, della poesia, del giornalismo. Sono voci, suoni, ritmi, giaculatorie, meditazioni e madrigali per la PACE. Perché in scena in questi venticinque anni ci sono stati personaggi incredibili e dalla immensa potenza come Paco Pena, Raiz, Francesco Di Giacomo del Banco, Jivan Gasparyan accompagnato da Peter Gabriel tra il pubblico, AREA con Patrizio Fariselli, Petra Magoni & Ferruccio Spinetti, Tenores di Bitti e Su Cuncordu e su Rosariu di Santu Lussurgiu, Efren Lopez, Michel Godard, Danilo Rea, Rita Marcotulli, Stefano Di Battista, Massimo Popolizio e alcune tra le principali stelle del jazz nostrano come Fabrizio Bosso e poi ancora artisti africani come Badara Seck, Youssou N’Dour, e il Coro di Saraievo, Daniele Sepe, David Riondino, Iaia Forte, Emil Zrihan, Balanescu Quartet, Domenico Quirico, etc. Una lista in continuo aggiornamento, un work in progress che non smette mai di stupire, allargarsi, perchè tutti vogliono esserci e fare la loro parte in questa sorta di We are the world romano e religioso.

Quest’anno la catena si allarga con le presenze di Enzo Avitabile e Urna Chahar Tugchi, la cantante misteriosa dalla Mongolia con un’estensione di quattro ottave, tutto sotto la cornice e il raffinatissimo legame musicale tenuto insieme dalla mirabolante Hypertext O’rchestra, diretta da Luigi Cinque con il suo fare istrionico e magnetico, che vede coinvolti ogni anno artisti diversi. Tra gli artisti chiamati a celebrare il venticinquennale del Concerto insieme a Luigi Cinque, Enzo Avitabile e Urna Chahar Tugchi ci saranno Anais Drago, Efren Lopez, Gianluigi Di Fenza, Giovanna Famulari, Marco Colonna, Stefano Saletti e molti altri ospiti.