Tre voci

“Terreni Creativi Festival”, realizzato dalla compagnia Kronoteatro, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Linee guida per progetti nell’ambito della cultura contemporanea 2024, con il contributo di Comune di Albenga, Regione Liguria, Fondazione A. De Mari-Cassa di Risparmio di Savona, L’Ortofrutticola, Azienda Bio Vio, RB PLant, Coldiretti Savona, Coop Liguria e in collaborazione con Associazione Scenario e Teatro Nazionale di Genova. Il festival ideato e diretto da Kronoteatro che da quindici anni porta il meglio dei linguaggi performativi della scena contemporanea nel cuore economico della piana ingauna, ha vinto il Premio Garrone nel 2016 e il Premio Rete Critica 2017 come miglior progetto di comunicazione e la nomination al Premio Ubu 2021 nella categoria miglior curatela/organizzazione. Nel 2022 ha vinto due tra i più importanti premi nazionali nel panorama teatrale: il Premio Hystrio – Nuove Muse e il Premio Ubu nella categoria miglior organizzazione e direzione artistica. Sono diverse le novità importanti di quest’anno. La prima, legata al ricambio generazionale, accosta spettacoli e compagnie che hanno contributo alla storia del teatro italiano ad alcune formazioni emergenti, in collaborazione con Associazione Scenario. Scelta in controtendenza rispetto alla maggioranza dei festival è, inoltre, quella di programmare spettacoli di repertorio, in un mercato che obbliga gli artisti all’iperproduzione e a vedere i propri lavori durare il tempo di una stagione. 

La seconda riguarda l’affidamento delle direzioni artistiche ad artiste donne, in discontinuità con quello che succede nel resto del Paese. “La scelta di affidare ad un collettivo di artiste quello che riteniamo essere il ruolo più importante all’interno delle nostre azioni di programmazione vuole essere il tentativo, ed il nostro piccolo contributo, nel modificare l’impianto culturale cui siamo abituati” dichiarano Maurizio Sguotti, Alex Nesti e Tommaso Bianco. “Per genesi e per caso la nostra associazione ha sempre visto nei ruoli apicali figure maschili, oggi crediamo sia importante, non in forma di quota rosa, ma come atto politico, lasciare le redini in mano alle artiste che negli anni abbiamo incontrato e delle cui sensibilità, capacità e professionalità, si è arricchito il nostro percorso professionale”. A Francesca Sarteanesi, dunque, è affidata la direzione artistica della sezione teatro, la sezione danza a Francesca Foscarini mentre Angela Giorgi si occupa della programmazione musicale.

Gennaro Lauro ph Luigi De Frenza

Il festival inizia giovedì 1 agosto, alle ore 19,45 a L’Ortofrutticola (Regione Massaretti, 30/1 – Bastia d’Albenga) con La misura di Collettivo Lunazione, compagnia vincitrice del Premio Scenario Periferie 2019. Eduardo Di Pietro dirige Mariachiara Falcone e Marco Montecatino nella vicenda di Italo Spinelli, dipendente FIAT in pensione che a 82 anni, dopo la morte della moglie, si laurea in Filosofia. La storia di Italo ispira Marco, l’attore che lo porta in scena, per compiere un duplice viaggio: quello dell’anziano studente e quello di Marco stesso, che forse cerca solo sollievo ad una personale esperienza di dolore. Alle ore 22,15, dopo l’aperitivoquasicena, Giuliana Majo, in Appreciation Society, assolo di danza interattivo, con la coreografia di Giuliana Majo e la drammaturgia di Cosimo Lopalco, che utilizza la narrazione, la danza e il potere dell’immaginazione per esplorare i confini tra spettatori e performance. Utilizzando il formato della lecture performance, Giuliana Majo accompagna con leggerezza e giocosità il pubblico nell’esplorazione di cosa significhi essere il miglior spettatore possibile, trasponendo il linguaggio usato nella cultura pop globale della salute, del benessere e della cura di sé in un contesto performativo estremamente lo-fi. Con la sua struttura semplice e il suo messaggio potente, Appreciation Society valorizza la danza come forma d’arte e la colloca nel contesto della cultura attuale come bene essenziale per i valori della società, ricordandoci che tutti noi vogliamo vivere in un mondo in cui sia possibile muoversi liberamente. Alle 22,45 Divine, diretto e interpretato da Danio Manfredini, scrittura che nasce dal romanzo di Jean Genet “Nostra Signora dei Fiori”, scritto nel 1944 nel periodo che Genet passò in carcere a Parigi. “Dalla complessità del romanzo ho estratto un ramo che è la storia di Divine, al secolo Louis Culafroy, un ragazzino che scappa di casa per condurre a Parigi una vita da travestito. L’incontro con Mignon, un ladruncolo e l’incontro con Nostra Signora dei Fiori, un giovane assassino, segneranno in maniera indelebile la vita di Divine. – dichiara Manfredini – Ho scritto questo canovaccio di sceneggiatura alla fine degli anni Novanta. Pensavo di farne un film invece diventò parte dello spettacolo teatrale “Cinema cielo”. Nella serata leggerò il canovaccio della sceneggiatura accompagnato dai disegni che feci allora: lo storyboard che traccia la parabola della vita di Divine”. Concluderà la serata, alle 23,45, il dj set di Guayaba, artista multidisciplinare e dj colombiana attualmente residente a Milano. I suoi set consistono in viaggi musicali in cui la cumbia, la champeta, la guaracha e i nuovi generi musicali latinoamericani sono attraversati da diverse sonorità psichedeliche ed elettroniche provenienti da molteplici scene underground: ritmi energici, carichi di storia di un popolo che ha trovato nel suono un mezzo per raccontarsi e resistere.

Kyoto

Sarà la danza a dare inizio al programma, alle 19,45, di venerdì 2 agosto, presso L’Ortofrutticola con Victory Boogie Woogie. SOLO o meglio DUO con musicista di Charles Pas con le musichce dal vivo di Willem Lenaerts e Rint Mennes. In Victory Boogie Woogie Charles Pas si immerge nella vita di un giovane smarrito, alla costante ricerca di significato. Attraverso un uso minimo di mezzi teatrali, questa performance offre un’esperienza sensoriale con suoni ambientali dal vivo mescolati al sound design cinematografico. Charles Pas, giovane talento di Amsterdam, esplora le dualità della vita, dall’utopia alla distopia, dal caos al controllo. Victory Boogie Woogie è una corsa contro le probabilità, un poema fisico di corpo e suono sul confronto continuo e spietato con l’autodistruzione. Siamo condannati a questa fuga da noi stessi o ci possiamo ancora salvare? Si prosegue alle ore 20,15 Pietro Giannini in La Costanza della mia vita, Segnalazione Speciale Premio Scenario 2023. Il linguaggio della favola, per intraprendere strade visionarie e tradurre in metafore accettabili una autonarrazione altrimenti insostenibile. Solo in scena, Pietro Giannini assume il punto di vista di un bambino di 9 anni per scavare le radici autobiografiche di una storia che riemerge con lo stupore di un racconto immediato, affollando la scena di visioni evocate dalla sola parola, fino a svelare la verità di una frattura che precipita dall’universo fantastico per farsi squarcio di realtà. La costanza della mia vita è uno spazio vuoto, abitato da una presenza scenica che si impone di per sé, con il coraggio di un’ immersione nel profondo alla quale il teatro fornisce forse l’unica via possibile. È così che l’esperienza del lutto diventa capacità di racconto. Alle ore 21,10 la storica Associazione Teatro di Buti in Bomba, con Giovanna Daddi e Dario Marconcini. Bomba, tratto dalla poesia di Gregory Corso, può essere considerato il manifesto della beat generation ispirato alla minaccia della bomba atomica, con versi pieni di visionarietà, di furore, di forza ironica e anche comica che ci fa pensare al dott.Stranamore che, a cavalcioni della bomba, allegro, si avvia verso la catastrofe. Il Teatro di Buti torna, dopo l’aperitivoquasicena, alle ore 22, 30, con Ecuba, la cagna nera, scritto e diretto da Dario Marconcini da Le Troiane di Euripide, interpretato da Giovanna Daddi e Leonardo Greco. Fra le molte vittime che agitano la tragedia spicca la figura di Ecuba che riassume su di sé tutta la sofferenza, il dolore, la disperazione, il vuoto, l’impotenza delle donne vinte e violate dalla guerra, ridotte in catene, orfane o vedove con i beni saccheggiati, le case in fiamme, in attesa di un incerto futuro da schiave. “Il testo de “Le Troiane” appartiene ai classici i quali “raggiungono la nostra anima scavando nei suoi inaccessibili labirinti”. L’ho voluta lasciare lì, sola, indifesa, simbolo della caduta, della fine, dell’addio, del distacco. È suo il punto di vista dei vinti e la loro disperazione. Ma, attenzione, con Euripide siamo nella radura del mito, non c’è niente di patetico, ma piuttosto di sublime e quei versi, che arrivano a noi da così lontano, riscattano ogni cedimento al compianto” afferma il regista Dario Marconcini. Conclude la serata, alle ore 23,30, Kyoto Live Set. Kyoto è il progetto musicale solista di Roberta Russo, cantautrice, batterista, produttrice e performer classe 1996, cresciuta tra Monza e Bari, dove vive attualmente. La peculiarità risiede nella fusione della tecnica del beatbox con un’elettronica scura e cinematica. Kyoto intona e declama parole in maniera frenetica, irriverente, dissacrante, su pattern musicali ripetitivi, martellanti, che uniscono l’elettronica moderna a elementi tipici della tradizione, come quella pugliese che la rappresenta.

Gennaro Lauro con Mondo, alle ore 19,45, apre la programmazione di sabato 3 agosto, presso L’Ortofrutticola. Scelto d’istinto, questo titolo è partito dall’osservazione di ciò che definirei la supremazia del risultato. La nostra smania di compimento, di un culmine delle nostre biografie, il nostro desiderio di una narrazione accurata che possa valere per sempre, che possa dirci chi siamo. afferma Lauro – Poi c’è il respiro, quell’atto continuo e implacabile che ci accompagna per tutta la vita, la trama infinita dietro tutti i nostri istanti e frammenti, senza altro fine se non il semplice e mero fatto di tenerci in vita. Mondo significa questo per me. La resistenza di un bambino che gioca a campana in un cortile. La purezza mai definitiva che emerge dall’atto continuo di scolpirsi”. Prosegue la serata Tre voci, studio scenico per un radiodramma in versi di Sylvia Plath di Tilia Auser, in scena alle 20,20, Segnalazione Speciale Premio Scenario 2023. Il foglietto spiegazzato del “cadavere squisito” giunge a noi da Sylvia Plath e dal suo Three Women. A Poem for Three Voices, un radiodramma in versi liberi mandato in onda dalla BBC nel 1962. Tre personaggi femminili intrecciano i loro soliloqui dentro la stessa cornice del reparto maternità in cui sono ricoverate: la prima per dare alla luce un bambino, la seconda condotta da un aborto spontaneo, la terza per liberarsi della gravidanza indesiderata. Non si incontrano mai: solo gettano parola poetica tra i corridoi dell’ospedale, versi che nascono per essere detti ad alta voce, ma percorsi anche da un canto sotterraneo non scritto. Una sola identità femminile sulla scena si muove tra i tre destini possibili, accompagnata dal disegno sonoro dal vivo della chitarra elettrica. Alle ore 22,30, dopo l’aperitivoquasicena, Il Cortile, di Compagnia Scimone Sframeli. Scritto da Spiro Scimone, con Spiro Scimone, Francesco Sframeli e Gianluca Cesale, diretto da Valerio Binasco, vincitore del Premio UBU 2004 miglior testo italiano Il cortile è un testo di grande verità e allo stesso tempo completamente surreale. I protagonisti vivono in una discarica degna di qualche desolante suburbio della più povera delle metropoli, tormentati dalla decadenza fisica e affetti da una sorta di malinconia per i tempi migliori. Peppe, Tano e Uno non hanno più la cognizione del tempo, ma ancora tanta voglia di vivere, uomini-bambini con i loro piccoli gesti, con il bisogno d’ascoltarsi, con il gusto del gioco. Lo spettacolo alterna crudele astrazione e poetico realismo, innesta le domande più aspre del presente nelle piccole ossessioni della quotidianità, con un ritmo comico e una precisione che non lasciano scampo. Il tragico ha anche effetti esilaranti: si ride molto, ma senza mai smettere di pensare. A seguire, alle 23,30,il dj set di Angie BacktoMono. Inguaribile vinyl addicted, dal post punk eletto a colonna sonora adolescenziale si sposta presto verso l’universo black, iniziando da 7″ R&B, exotica, latin e arrivando fino al funk, al soul, all’afrobeat e al jazz in tutte le sue sfumature e incarnazioni. Angie ha suonato in diversi festival e club in Italia, a Spiritland a Londra ed è stata ospite di alcuni show radiofonici per Soho Radio, Worldwide FM, Radio Raheem, Radio Banda Larga.

L’ultima giornata di festival, domenica 4 agosto vede in scena, alle 20,15, Valentina Dal Mas in Luisa, spettacolo vincitore Premio Scenario Periferie 2023. La trascrizione coreografica intreccia segni, parole e suoni dando vita a una danza che è spazio emotivo con sonorità dirompenti che sottolineano l’esplosione del movimento, in un oscillare poetico tra intimità e pulsione vitale. Una drammaturgia sensoriale complessa, alimentata da incontri nati in contesti di cura trascritti in forma poetica, diviene l’intreccio di un tessuto emotivo che scuote gli sguardi, accarezzando l’aria, una dolce e commovente rappresentazione della fragilità e della solitudine. A chiudere la sezione teatro di Terreni Creativi Festival è Ritornanti, un omaggio a Enzo Moscato di Cristina Donadio e Giuseppe Affinito, in programma alle 22,30. Dopo aver debuttato come monologo nel 1994, nel 2001 Ritornanti di Enzo Moscato appare al Festival di Santarcangelo in una veste plurale, che vede il poeta-drammaturgo affiancato dalla storica sodale di scena Cristina Donadio, nelle spiazzanti e malinconiche vesti di Little Peach, una stripteuse son malgré, e da un bambino di pochi anni, Giuseppe Affinito, cresciuto con lui, evocazione del Monaciello. Oggi Ritornanti, maturo del tempo trascorso, delle esperienze raccolte, vuole essere un atto d’amore, un evento poetico in memoria dell’insostituibile figura di Enzo Moscato. A seguire il giornalista e critico Alessandro Toppi dialoga con la Compagnia Teatrale Enzo Moscato. Conclude il festival, alle 23,30, il dj set di Lavalamp. Martina Graziosi è una dj marchigiana che da anni esplora il mondo musicale centrosudamericano. Nei suoi dj set l’artista esplora suoni e ritmiche tipiche del folklore sudamericano e caraibico con le sue svariate sfumature e influenze, in particolare provenienti dalla diaspora africana.