Dal 22 settembre al 6 ottobre torna a Roma “Interazioni Festival”, la quarta edizione, “Flashback – Flashforward”, diretta da Salvo Lombardo e organizzata da Chiasma in co-produzione con ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del LazioOrbita | Spellbound – Centro di Produzione Nazionale della Danza e in collaborazione con Largo VenueCentrale Preneste e Libreria Griot: dieci giorni di eventi artistici multi e interdisciplinari distesi su due archi temporali, dal 22 al 26 settembre e dal 2 al 6 ottobre. La quarta edizione prende forma dall’attivazione di diverse sinergie, declinandosi in due segmenti: “ULTRA”, che vede il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo e vincitrice dell’Avviso Pubblico “Lo spettacolo fuori dal Centro 2024” promosso da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali in collaborazione con LEA e con SIAE; e “CTONIA”, realizzata con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”. Sono oltre 30 gli eventi tra spettacoli di teatro, danza, musica e performancetalk e installazioni e 31 gli ospiti, italiani e stranieri, che si alterneranno fra più spazi della capitale, prendendo casa, prima, nel quadrante est della città, con Centrale Preneste e Largo Venue, e poi, a partire dal 2 ottobre, presso lo Spazio Rossellini. Nelle varie sedi si svolgerà, inoltre, in contemporanea, il Laboratorio di visione interculturale condotto dal giornalista e critico teatrale Luca Lotano insieme all’educatrice e artista iraniana Zara Kian.

Nato con l’obiettivo di realizzare un’offerta culturale di rilievo accessibile e inclusiva, il festival internazionale targato Chiasma segue per l’edizione 2024 il fil rouge di un luogo intermedio fra due concetti antitetici, il Flashback e il Flashforward. Così il direttore artistico Salvo Lombardo: «il Flashback è un riportare a galla eventi, immagini, memorie, azioni, che si sono svolti in un momento precedente rispetto al presente della “storia”; il Flashforward costituisce il processo inverso, la prolessi o anticipazione di un tempo a venire, di eventi, immagini, memorie non ancora emerse rispetto al presente. Ed è tra le macerie del già accaduto e tumulti del tempo attuale che si apre una fessura dalla quale scorgere accenni di un tempo a venire: il tempo del desiderio». Le opere in programma oscilleranno, quindi, tra il personale e il politico, tra la pratica solitaria e l’interazione, tanto nei contenuti, quanto nelle modalità di produzione e di messa in scena.

Ospiti (in o.a.): Diana Anselmo, Youness Atbane, Sara Basta, Anna Basti, Alessandro Bosetti, Marta Capaccioli, Raphaelle Delaunay, Michela Depetris, Fabritia D’Intino, Aurelio Di Virgilio, Daria Greco, Nicola Galli, Jacques Gamblin, Laura Gazzani, Vincent Giampino, Paola Granato, Teodora Grano, Moad Haddadi, Zara Kian, Claudio Larena, Luca Lotano, Lotic, Edoardo Mozzanega, Lara Odin, Lucrezia Palandri, Saif ur Rehman Raja, Cristina Kristal Rizzo, Francesca Santamaria, Parini Secondo, Valerie Tameu, Stefano Tomassini.

Il programma comprende anche momenti di formazione, realizzati attraverso laboratori, seminari e workshop. La scelta curatoriale presenta quindi un festival di respiro internazionale con proposte artistiche sia provenienti dall’estero e ospitate in Italia per la prima volta, sia performance italiane mai realizzate a Roma, garantendo comunque, al tempo stesso, una significativa presenza di rappresentanti della scena artistica romana impegnati nella ricerca dei diversi linguaggi del contemporaneo. «La proposta del festival – spiega infine Salvo Lombardo – è la risultante di un complesso campo di forze orientato ad amplificare domande, interrogativi, critiche e problemi del nostro tempo che dalla sfera del linguaggio irrompono in quella del pensiero e dell’azione politica».

 IL PROGRAMMA IN DETTAGLIO

 Si parte domenica 22 settembre a Largo Venue, dove si presenta (19.00) “Hijra” (Fandango Libri, 2024) di Saif ur Rehman Raja, in presenza dell’autore e di Paola Granato che dialogherà con lui sulla storia al centro del romanzo, autobiografico, che vede protagonista un ragazzo considerato troppo pakistano per gli italiani e troppo italiano per i pakistani. Si prosegue (20.00) con la performance “Wow Wide Web” di Michela Depretis, una ricerca ibrida tra danza, performance, suono, ipnosi e altro, che riflette sul potere trasformativo della relazione. Finale di serata (21.30) con Lotic, tra le voci musicali più innovative del panorama internazionale, definita da Björk «​DJ e performer tra i più feroci che abbia mai sentito». Lotic verrà per presentare il suo secondo album, “Water, con un live che, aprendosi a forme radicali di fluidità, sembra evocare la figura di una sirena. Lunedì 23 e martedì 24 settembre presso la Centrale Preneste (16-19) Fabritia D’Intino, Daria Greco e Marta Olivieri curano “Ricevimento”, una piattaforma rivolta a un gruppo intergenerazionale che vuole aprire il campo delle possibilità intorno al tema della formazione e che si declinerà in due sessioni di ricerca affidate all’autrice e performer Teodora Grano e all’artista visiva Sara Basta oltre che, naturalmente, ai/alle partecipanti. I due laboratori, a ingresso gratuito su prenotazione tramite Eventbrite, verteranno in modi diversi sul tema della scrittura e del racconto. Nelle stesse date sarà fruibile la video-installazione (19-22) dell’artista e performer della comunità Sorda, Diana Anselmo, “Ulteriori segni visivi / Further Visual Sign”, che si compone di tre interventi in visual sign, forma poetica delle lingue dei segni, legati anche alla storia del pre-cinema. E ancora (19.30), in anteprima nazionale, “Spintə, di Claudio Larena, una performance che riflette sull’ambiguità del gesto della spinta, in termini relazionali, individuali e fisici, attraverso una ricerca che fa riferimento a un oggetto dalla semplicità ancestrale come l’altalena. A seguire (20.30), “Invisible Piece (repertorio, anno 2012)” di Cristina Kristal Rizzo, performance che si articola a partire da La Morte del Cigno danzata da Anna Pavlova nel 1924; creata nel 2012, viene ripresa su invito di Interazioni Festival, proseguendo così un dialogo iniziato con l’artista toscana a Interazioni 2022, sui possibili repertori contemporanei. Dopo lo spettacolo, dialogherà con lei lo studioso Stefano Tomassini. Martedì 24 settembre, a Largo Venue (18/18.30/19/19.30), in co-produzione con ATCL LazioTeodora Grano firma “Daughters” una performance site-specific, in cui la danza, partendo da un punto biografico, racconta di un legame familiare che va al di fuori della biologia. Mercoledì 25 settembre a Centrale Preneste (18.30-19.30) tocca all’artista multidisciplinare francese Lara Odin tenere un laboratorio, per condividere i segreti della fabbricazione artigianale degli organi a rullo Odin, strumento creato nel XVIII secolo in Italia, e la cui realizzazione è diventata una specialità della sua famiglia, una delle ultime a portare avanti questa tradizione in un piccolo laboratorio in Francia. “The Waterproofed Artist” (20.30), di e con Youness Atbane presenta uno scenario apocalittico immaginato nella Venezia del 2048; così l’artista: «come previsto dai climatologi, la città di Venezia inizia a sprofondare, durante la Biennale, le opere d’arte iniziano a galleggiare e gli artisti si ritrovano sopra la superficie dell’acqua assieme alle loro opere […] inizia il processo di critica per loro stessi e per le opere d’arte […] il cui salvataggio è diventato più importante della salvezza delle persone […]». “Moftarak” (21.45), “incroci” in arabo, racconta, attraverso la danza di Moad Haddadi (Masse Art) e le musiche di Lara Odin su cartone perforato, un intenso viaggio alla ricerca del proprio posto nel mondo e del significato dato a una pagina bianca, metafora di una vita appena nata, dove altri hanno tracciato le loro impronte. Ancora a Centrale Preneste, giovedì 26 settembre, ci sarà (18.30) “Le classicque c’est chic!”, una pratica performativa di Anna Basti, ballerina diplomata alla Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera, che terrà una vera e propria lezione di danza aperta e partecipativa (non è richiesta alcuna esperienza pregressa), allo scopo di decolonizzare l’immaginario che riguarda la tecnica classica accademica. Sarà inoltre accessibile (19-22) l’installazione “VIA”, che proietterà il cortometraggio, commissionato dal RMN – Grand Palais per la mostra “Michael Jackson: On the wall”, che riunisce per la prima volta nel 2018 Raphaëlle Delaunay, coreografa e danzatrice, e Jacques Gamblin, autore e attore, per un omaggio barocco al Re del Pop. In anteprima nazionale, la performance “Umlaut” (20.30) di Vincent Giampino, formatosi tra Italia, Germania e Olanda, incarnata da Greta Francolini e Vincent Giampino, in cui il corpo, rimando continuo di scarti in asincrono, opera fuori dal tempo cronologico come una dieresi sulla genealogia corporea. “Graziosissimo” (21.30) di Laura Gazzani, con Francesca Rinaldi, Laura Gazzani, Nicolò Giorgini, e in anteprima nazionale, è ispirato al metodo del maestro di balletto Enrico Cecchetti ed esplora il gesto codificato della danza classica, il port de bras, mostrando come possa integrarsi nella nostra esperienza quotidiana.

Da giovedì 3 ottobre “Interazioni Festival” si sposta allo Spazio Rossellini. Quattro eventi sono in co-produzione con “Orbita | Spellbound”: Jeplane” di e con Aurelio Virgilio  (20.00) prosegue la riflessione sul paesaggio iniziata nel 2021 a Roma sviluppando il desiderio di concretizzare un paesaggio interiore e allo stesso tempo artificiale e manipolabile; “KERN” di Daria Greco (21.00), accompagnata dal suono di JOMOON, attraverso l’improvvisazione, fa intravedere parentele col mondo dell’hip hop e del balletto classico, praticando l’esercizio di trattenere ogni deriva dopo averla abbondantemente sviscerata; Francesca Santamaria, in “Come sopravvivere in caso di danni permanenti” (21.45) è una “radiografia coreografica”, un referto che svela il funzionamento di una macchina imperfetta, che vuole appunto indagare il tema del dolore fisico ed emotivo post-trauma; “Dreams about Dyng” di Lucrezia Palandri e Marta Capaccioli, in scena venerdì 4 ottobre (20.00), è un duo immaginario sulla morte e sul lutto, pensato per celebrare il momento della sepoltura come un’esperienza luminosa e vitale, per restituire dolcezza a quel momento di passaggio universale che l’occidente ha relegato a tabù; “Hide” di Edoardo Mozzanega, in prima nazionale, sempre venerdì 4 ottobre (21), è una performance di danza e voce dedicata a chi affronta la «notte buia dell’anima» (cit. S. Giovanni della Croce): una chiamata a calarsi nell’abisso, dove la limitazione dell’oscurità e la sottrazione agli stimoli del mondo sono un’occasione per affinare i sensi interni. Si prosegue sabato 5 ottobre con la performance, in prima nazionale, “Dove hanno tremato le placche”, di Valerie Tameu (20.00): la relazione tra il corpo e l’archivio viene esplorata attraverso una pratica artistica di mappatura affettiva, partendo dalle esperienze migratorie della sua famiglia verso Torino, città di cui l’artista restituisce un ritratto di inizio anni ’80; in coproduzione con ATCL Lazio, “Coniugazioni” (21.00) del compositore e artista sonoro Alessandro Bosetti, è nastro di rilassamento, corso di lingua e text-sound composition concettuale al contempo: un’esperienza sinestetica ipnotica e stimolante che chiede di associare tra loro due categorie di oggetti totalmente incongrue tra loro quali, quella dei verbi e quella degli accordi, per dimostrare che grammatica e armonia funzionano in modo analogo. Domenica 6 ottobre “Genoma scenico” (18.00) di Nicola Galli, performance interattiva di danza realizzata in questa occasione da Margherita Dotta, Nicola Galli, Giulio Petrucci, Silvia Remigio: Così come ogni essere umano possiede un codice genetico unico e inimitabile, allo stesso modo il pubblico è invitato a scoprire l’originale unicità della performance, grazie all’impiego di un dispositivo ludico liberamente ispirato alla ricerca genomica. Chiude la quarta edizione di “Interazioni Festival” “Hit” di Parini Secondo per Bienoise, con Sissj Bassani, Martina Piazzi, Camilla Neri, Francesca Pizzagalli, un progetto coreografico e musicale sul salto della corda utilizzato come elemento percussivo: le saltatrici in scena combinano elementi atletici a elementi musicali, armonizzando voce e suoni in una vera e propria HIT.