Zootropolis: la città perfetta dove prede e predatori vivono in pace e armonia, la città perfetta per fare qualcosa di grande, come per esempio essere il primo coniglio-poliziotto della storia.
Animata da grandi sogni, la giovane coniglietta Judy Hopps, neodiplomata all’Accademia di Polizia, approda nella metropoli pronta a scendere in campo per la giustizia. Ma le cose non sembrano rivelarsi facili come previsto: nessuno crede nelle sue capacità e i superiori le assegnano il ruolo di ausiliare del traffico. Strane sparizioni però si stanno verificando in città e Judy è determinata ad indagare per riportare a casa i predatori rapiti, ma ad una condizione, la avverte il capitano Bogo: se entro 48 ore non avrà risolto il caso, dovrà dare le dimissioni e accettare il fatto che un coniglio, per sua natura, non può essere un poliziotto .Vitale per le indagini sembra essere Nick White, volpe, abile truffatore (ovviamente?) e forse unico testimone di uno dei rapimenti, eppure riluttante ad aiutare Judy. Tra i due inizia una collaborazione forzata, ma possono effettivamente una volpe e un coniglio collaborare? Perfino essere amici? È veramente tutto così semplice nella grande, civile e pacifica Zootropolis?
Sulla scia di “Robin Hood”, in “Zootropolis” , ultima fatica di casa Disney, ritroviamo un mondo abitato unicamente da animali, ma strutturato con una cura per i dettagli propriamente funzionali ed urbanistici della città lontana anni luce dal classico del 1973 e tali da rendere Zootropolis quasi un personaggio a se stante. Nuova è anche la particolare attenzione posta all’indagine su cui si incontrano le strade di Nick e Judy: non solo mero pretesto narrativo ma elemento con una propria articolazione e complessità e costruito su un mosaico di riferimenti ad altre opere cinematografiche e televisive.
La pellicola sembra potersi collocare nella schiera di film d’animazione con cui negli ultimi anni si è cercato di ribaltare i tanto criticati clichè dei prodotti disneyani, e che, per esempio, ha visto trionfare l’amore fraterno su quello per un bel principe (Frozen) e la tristezza sulla gioia (Inside Out, della cugina Pixar). La storia che ha per protagonisti Judy e Nick non è un’utopia (e forse non a caso il titolo originale della pellicola è “Zootopia”), come non lo è Zootropolis stessa, bensì è costellata di fallimenti, tentativi mancati, delusioni, errori, dove il lieto fine non si raggiunge solo perché lo si desidera con tutte le forze, dove dimostrare che un coniglio vale quanto un bufalo e che un animale classificato come predatore non è necessariamente pericoloso costa fatica ed è difficile, come ci ricorda la protagonista. L’iter verso l’accettazione di ciò che è diverso da noi o dai nostri preconcetti è un tema trito e ritrito, specie nell’ambito dei film per famiglie, ma quello che il film di Byron Howard e Rich Moore aggiunge (e non è poco) è la conseguente presa di coscienza che ciò comporti uno sforzo quotidiano e continuo, un processo in continua costruzione che necessita di tutte le cure possibili. Senza perdere il legame con elementi tradizionali in casa Disney come la giustizia e una visione sempre positiva e entusiasta della vita, Zootropolis vi aggiunge una punta in più di “realismo” che rende il messaggio straordinariamente attuale e universale e il film adatto anche ai palati più adulti ed esigenti. [federica nardiello]
Titolo originale | Zootopia |
Regia | Byron Howard, Rich Moore |
Sceneggiatura | Jared Bush, Phil Johnston |
Montaggio | Jeremy Milton, Fabienne Rawley |
Scenografia | Matthias Lechner |
Musica | Michael Giacchino |
Cast | Voci italiane: Massimo Lopez, Paolo Ruffini, Nicola Savino, Diego Abatantuono, Teresa Mannino, Leo Gullotta, Frank Matano |
Produzione | Walt Disney Animation Studios |
Anno | 2016 |
Nazione | USA |
Genere | Animazione |
Durata | 108' |
Distribuzione | The Walt Disney Company Italia |
Uscita | 18 Febbraio 2016 |
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