La grande guerra: guerra durissima, guerra di trincea. È inverno, siamo sul fronte Nord-Est, trascorriamo una nottata accanto al manipolo di soldati italiani che difende l’avamposto.
Qui la morte è presente: fisicamente, violentemente. Eppure, il nemico non si vede. E non si vede nemmeno lo stato maggiore, che si limita ad inviare ordini avventati, tramite telefonate o dispacci. Sugli altipiani innevati perfino i colpi di mortaio sembrano distanti, ovattati. In “torneranno i prati” la guerra assume una dimensione altra, universale: quasi metafisica.
Coloro che qui vivono e muoiono sono uomini senza passato né futuro: reclusi nello spazio claustrofobico della trincea, senza potersi allontanare più di dieci passi, e sospesi in un tempo fatto di lentezze e silenzi inesorabili. Più che veri e propri dialoghi, le loro parole disegnano monologhi interiori: parlando in voice-over, oppure rivolgendosi frontalmente, in primo piano, alla macchina da presa, i soldati ricordano una vita precedente che pare lontanissima, o riflettono sull’assoluta insensatezza della guerra. Considerazioni elementari, povere come i soldati stessi; come la loro parlata dialettale, come le divise scure in cui si avvolgono, cercando riparo dal gelido candore della neve. Le rare presenze di vita – un albero, un topolino – diventano amici preziosi, insostituibili.
Un film corale dunque, in cui nessun personaggio spicca sugli altri, perché il vero protagonista, in fondo, è il paesaggio montuoso: di una bellezza intensissima e terribile. Splendida la fotografia firmata dal figlio del regista, Fabio Olmi: desaturata come in un vecchio album di famiglia, tende ora al bianco e nero ora al seppia, per cedere infine il passo alle autentiche sequenze di repertorio storico.
Un Olmi particolarmente asciutto e rigoroso, che non indulge alla fiaba o alla divagazione naïf. Partendo da un racconto di Federico De Roberto, il regista ha realizzato un film puro e rarefatto quanto l’aria di montagna, in perfetta sintonia con il commento musicale di Paolo Fresu che interviene in chiusura. Per denunciare l’assurdità di ogni guerra e ricordare coloro che, in quei luoghi, combatterono la propria battaglia, senza eroismi e senza clamori: ora che è trascorso quasi un secolo e, dove un tempo erano le trincee e le croci dei caduti, sono tornati i prati.
Titolo originale | torneranno i prati |
Regia | Ermanno Olmi |
Sceneggiatura | Ermanno Olmi |
Fotografia | Fabio Olmi |
Montaggio | Paolo Cottignola |
Scenografia | Giuseppe Pirrotta |
Costumi | Andrea Cavalletto con l’amichevole supervisione di Maurizio Millenotti |
Musica | Paolo Fresu |
Cast | Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Francesco Formichetti, Andrea Di Maria |
Produzione | Ipotesi Cinema, Cinemaundici, Rai Cinema |
Anno | 2014 |
Nazione | Italia |
Genere | Drammatico |
Durata | 80' |
Distribuzione | 01 Distribution |
Uscita | 06 Novembre 2014 |
Nessun commento