In un futuro distopico e asettico, David (Colin Farrell) divorzia e invece di iscriversi ad un corso di salsa o postare selfie ritoccati sul suo profilo Facebook, è costretto a raggiungere un hotel nella campagna irlandese per seguire un rigido programma alla ricerca di una nuova partner. Se non ci riuscirà entro 45 giorni, sarà trasformato in un animale, perché nel futuro si può essere accettati in società solo in coppia (etero o gay non fa differenza) oppure eliminati. La soluzione alternativa si trova nei boschi intorno all’hotel dove si radunano i “solitari”, guidati da un’amazzone senza sentimenti (Léa Seydoux) pronta ad infliggere punizioni corporali al primo segno di flirt tra adepti, che offre libertà in cambio della rinuncia all’amore. Per incentivare questo processo, ogni solitario ha in dotazione un walkman che trasmette solo musica elettronica al fine di evitare qualsiasi contatto nella danza; peccato che un giorno nel gruppo arrivi una donna miope come David (Rachel Weisz), che le loro cuffie trasmetteranno “Where the wild roses grow” di Nick Cave e i due troveranno il vero amore cercando una nuova e disperata forma di libertà.
Un tempo si chiamavano zitelle, scapoli, bisbetici, oggi single. Questo elegante bisillabo che suona (o rintocca) come un campanellino dovrebbe aver addolcito la condizione di chi vive la mezza età senza compagnia, eppure non sembra proprio così. Non bastassero il proliferare di siti per incontri e delle nuove droghe prosociali, nell’ultimo anno due icone maschili come Joaquin Phoenix in “Her” e ora qui Colin Farrell sono riusciti a parlare dell’angoscia di una vita in solitaria grazie a qualche chilo in più, un paio di occhiali e i baffi, a dimostrare che certi retaggi estetici non li supera neanche il cinema più illuminato.
Rispetto al film di Jonze, la ricetta del giovane autore greco Lanthimos affonda visivamente a piene mani nel surrealismo e nell’effetto straniante (a volte sembra di vedere delle immagini di Roy Andersson), mentre nello spirito si assapora la lezione cinica e crudele del cinema di Haneke (lui sì, grande demolitore delle convenzioni borghesi) nel gusto per lo humour nero pece e per il cazzotto nello stomaco dello spettatore.
Il precedente “Alps” già andava spiare ed a forzare quello che sta dietro la felice famiglia occidentale, ma in questo suo primo film in lingua inglese e con un cast di primissima scelta sembra che si cerchi con troppa insistenza la scena ad effetto e la provocazione. La debolezza di questa struttura è dimostrata dal fatto che la messe di eventi anche piuttosto tragici che si susseguono (suicidi, accecamenti, uccisioni di animali da compagnia) non lasciano una grande traccia emotiva in chi guarda.
Come è noto però, nei festival le scene “inguardabili” e gli argomenti “intrattabili” sono spesso quelli meglio accolti e infatti al film hanno dato il Gran Premio della Giuria a Cannes lo scorso anno e il plauso critico è stato pressoché generale. Indubbiamente Lanthimos in singole intuizioni dimostra un vero talento, come nell’episodio in cui i solitari tendono agguati notturni alle coppie sposate per minacciarle o rivelare i loro segreti, in modo da far trapelare le falsità e le ipocrisie che stanno dietro ad ogni unione, ma l’impianto nemmeno con tutte le scusanti della gioventù autoriale può giustificare l’aver chiamato in causa Kubrick. L’amore vero è destinato a non sopravvivere nell’era moderna, le canzonette e gli eventi mondani congiurano in modo che la gente senta l’angoscia di non avere nessuno al proprio fianco quando è guardata dagli altri e si accontenti del primo che capita pur di apparire normale. Non resta che diventare aragoste, che vivono fino a cento anni e sono fertili tutta la vita o perlomeno eliminare i baffi. Donne o uomini, nessuno si senta escluso.
Titolo originale | id. |
Regia | Yorgos Lanthimos |
Sceneggiatura | Yorgos Lanthimos, Efthymis Philippou |
Fotografia | Thimios Bakatakis |
Montaggio | Yorgos Mavropsaridis |
Scenografia | Jacqueline Abrahams |
Costumi | Sarah Blenkinsop |
Cast | Colin Farrell, Léa Seydoux, Rachel Weisz, Ben Whishaw, John C. Reilly |
Produzione | Canal +, Element Pictures, Faliro House Productions, Lemming Film, Haut et Court |
Anno | 2015 |
Nazione | Grecia, Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Paesi Bassi |
Genere | Fantascienza |
Durata | 118' |
Distribuzione | Good Films |
Uscita | 15 Ottobre 2015 |
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