L’anno scorso in piena estate uscì il primo horror prodotto dai Manetti Bros “The end? L’inferno fuori”, ambientato tutto all’interno di un ascensore. Quest’anno praticamente stesso periodo esce “The Elevator“, thriller ambientato tutto all’interno di un ascensore. Un tempo si chiamava immaginario collettivo, oggi forse è il caso di parlare di povertà creativa.
New York. Un presentatore televisivo si trova rinchiuso dentro un ascensore, in balia di una psicopatica. Cos’è successo? Cosa provoca la furia della donna? Chi è la vittima e chi il carnefice? In questo reticolato di verità in divenire, si gioca il film tra psicologia, terrore contenuto e didascalici flash back.
Più che la regia piuttosto piatta e la fotografia priva di atmosfera, nuoce al film la mancanza di quelli che dovrebbe essere gli ingredienti principali di un thriller: la tensione e la sorpresa.
Titolo italiano | The Elevator |
Titolo originale | id. |
Regia | Massimo Coglitore |
Sceneggiatura | Mauro Graiani, Riccardo Irrera |
Fotografia | Vincenzo Carpineta |
Montaggio | Osvaldo Bargero |
Scenografia | Anca Rafan |
Costumi | Nicoletta Ercole |
Musica | Stefano Caprioli |
Cast | Caroline Goodall, James Parks, Burt Young, Katia Greco, Niccolò Senni, Sara Lazzaro, Gianfranco Terrin, Katie McGovern, Paolo Borzì |
Produzione | Lupin Film |
Anno | 2013 |
Nazione | Italia |
Genere | Thriller |
Durata | 93' |
Distribuzione | Europictures |
Uscita | 20 Giugno 2019 |
Allora, il film è stato girato prima di “The end? L’inferno fuori”, quindi basta informasi per capire che il film citato è stato girato dopo “The Elevator”. Non è quindi povertà creativa, ma povertà di informazione da parte Sua. Un articolo scritto velocemente senza approfondimenti, tanto per riempieri spazio
Regia e fotografia soni stati elogiati da tutti, tesnione compresa, quindi mi sa che Le tocca tornare a studiare cinema, o magari Lei ha gusti davverò poco interessanti, oppure non ha neanche visto il film, cosa molto probabile.
Scrivendo di immaginario collettivo intendevo proprio dire che al di là di quale tra i due film fosse stato girato prima la storia era sempre quella: un ascensore bloccato dove capita di tutto.Povertà creativa appunto.
Poi purtroppo le devo confessare che avrei preferito andarmene come avrei fatto volentieri fossi stato uno spettatore ,ma in quanto recensore per il grido.org me lo sono sorbito fino all’ultima goccia.
E per chiudere oltre a rivendicare il diritto di non solo di critica, ma anche di non essere interessante, noto, effettivamente, in questo caso di non essere stato molto originale visto l’unanime parere negativo ricevuto dal film sia da parte della critica che dal pubblico.
Un saluto
Paolo zagari