Sorry we missed you

La locandina

“Sorry we missed you” il nuovo ilm di Ken Loach è un meccanismo cinematografico perfetto: crudo, emozionante, devastante e maieutico.

La fonte d’ispirazione è l’attualità, l’ambiente quello operaio-piccolo borghese, il tema il nuovo sfruttamento della forza lavoro. Ricky finalmente trova un impiego: corriere in proprio per una ditta tipo Amazon. Ha una bella famiglia e un grande spirito di sacrificio. Il primo giorno di lavoro gli  spiegano il suo compito. Tutto abbastanza semplice, poi gli viene consegnata una bottiglia di plastica: la può usare per pisciare senza perdere tempo in una sosta. Si risparmiano due minuti nella tabella di marcia. Ricky ride perché non conosce il futuro che lo attende.

Il motivo della riuscita di (quasi) tutto il cinema di Ken loach è l’aderenza adesiva alla realtà. Aderenza che si basa principalmente su due fattori: la scelta degli attori e delle location. A tal proposito Fergus Clegg lo scenografo alla domanda quale fosse il suo compito ha risposto: «Il nostro è un ruolo secondario in termini di quello che facciamo e l’obiettivo principale è rendere credibili gli ambienti».

Gli attori poi vengono coinvolti nei loro personaggi anche dalla tecnica di ripresa del regista che gira il film velocemente (5 settimane) e in scrupoloso ordine cronologico, in modo che loro stessi non sappiano cosa succeda nella scena successiva. Insomma un “ultra realismo” che però non nuoce anzi esalta la componente narrativa della storia, che come dicevamo all’inizio è emozionante nella fruizione e devastante nell’immedesimazione. E anche maieutica. “Sorry we missed you” riesce a tirarti fuori quel socialismo idealista che è in ognuno di noi, la rabbia verso lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e il divario insostenibile tra il manipolo di ricchi tipo Jeff Bezos il proprietario Amazon e il mondo senza luce di quei poveri su cui si fonda quella ricchezza. Poi uscito dal cinema, entusiasta ordini il cofanetto dell’opera completa di Ken Loach. Su Amazon però, così risparmi due euro. E il Capitale vince un’altra volta.