Dopo l’arresto e il fallimento dell’operazione in cui li aveva coinvolti l’ispettrice Paola Coletti, per Pietro Zinni e le altre “migliori menti” d’Italia il futuro non sembra particolarmente roseo. Sparsi per penitenziari in giro per l’Italia attendono l’inizio del processo, mentre Pietro cerca disperatamente qualcuno disposto a credere alla sua stramba intuizione: un folle sta progettando un attacco terroristico con gas nervino. Trasferito a Rebibbia, troverà nel suo vecchio “nemico” Il Murena le risposte che cerca, ma il tempo è poco e solo la reunion dei nostri eroi potrà scongiurare il peggio: la banda dei ricercatori è tornata e questa volta per salvare proprio La Sapienza.
Con Smetto quando voglio – Ad Honorem, Sibilia chiude il ciclo aperto nel 2014 e regala ai suoi ricercatori un finale dolce-amaro, come dolce-amaro era stato l’esordio di tutte le loro vicissitudini. Tra fughe rocambolesche e gag ad hoc per ogni personaggio (o percorso universitario), la terza pellicola sembra seguire il tracciato dei lavori precedenti, appoggiandosi ad una comicità a tratti leggera, a tratti tinta di sarcasmo, ma mai sempliciotta o grossolana. Questa volta però, a bilanciare il tutto c’è Walter Mercurio (Luigi Lo Cascio), antagonista primario e riflesso drammatico di Zinni stesso. La sua vicenda, motore e vero filo conduttore della saga, è introdotta e rappresentata senza forzature o iperboli, merito sia di una sceneggiatura controllata che del grande talento dell’interprete, conferendo a questo terzo capitolo una veste più “seria” ed umana. Se con Masterclass era ancora “la banda” il centro di ogni cosa, con Ad Honorem i riflettori sembrano spostarsi decisamente sulle due nemesi di Zinni e compagni, magistralmente interpretate da Neri Marcorè e Luigi Lo Cascio, mostrandoci l’altro volto dei delusi dal Miur e affini, quello esasperato ed incattivito, assolutamente contrario al perdono. Lo spazio per quella coralitá vincente che aveva caratterizzato la saga fino ad oggi diminuisce drasticamente (e forse un po’ ex abrupto) ma il meccanismo di Sibilia regge questa nuova impostazione, in fin dei conti più coerente con gli intenti della prima pellicola. Infatti, Smetto quando voglio – Ad honorem è anche un ritorno alle origini, lì dove tutto era iniziato: l’Università. I nostri eroi tornano tra le loro care aule e sullo schermo riappare la drammatica realtà dell’Universitá e della ricerca italiana, così tragica da rivelarsi comica nelle abili mani di Sibilia.
Sembra superfluo citare i meriti di un cast già largamente rodato e che continua a non deludere le aspettative, riuscendo, il più delle volte, ad evitare l’involuzione dei propri personaggi in mere macchiette. Per tutti Sibilia ha preparato una piacevolissima commedia, un mosaico di citazioni filmiche delle più disparate nature accompagnato dalla solita, geniale, espressivissima colonna sonora (da “The scientist” dei Coldplay a “Born Ready” di Zadye Wolf ce n’è per tutti).
La saga si chiude qui, magari un po’ sottotono rispetto alla spumeggiante pellicola precedente e al rivoluzionario primo capitolo, ma certamente in modo intelligente, a metà strada tra la disillusione e la speranza.
Titolo italiano | Smetto quando voglio - Ad Honorem |
Regia | Sydney Sibilia |
Sceneggiatura | Sydney Sibilia, Francesca Manieri, Luigi di Capua |
Fotografia | Vladan Radovic |
Montaggio | Gianni Vezzosi |
Scenografia | Alessandro Vannucci |
Costumi | Patrizia Mazzon |
Cast | Edoardo Leo, Neri Marcorè, Luigi Lo Cascio, Valerio Aprea, Stefano Fresi, Paolo Calabresi, Lorenzo Lavia, Libero De Rienzo, Pietro Sermonti, Marco Bonini, Gianpaolo Morelli, Greta Scarano, Valeria Solarino, Francesco Acquaroli |
Produzione | Fandango, Groenlandia Film, Rai Cinema |
Anno | 2017 |
Nazione | Italia |
Genere | Commedia |
Durata | 96' |
Distribuzione | 01 Distribution |
Uscita | 30 Novembre 2017 |
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