Un vino senza carattere lo mandi giù, non lo bevi. Un film senza carattere lo vedi, non lo guardi.
E quasi sempre ti addormenti.
Ma cosa si intende con «senza carattere»? Nel vino come nel cinema: mancanza di personalità, piattezza espressiva, assenza di complessità, conformismo etico e etilico.
Nello specifico filmico non c’è carattere quando la regia, priva di un’idea guida, è solo ottimizzazione della sceneggiatura. E’ il caso di “The Danish Girl“. Una storia inquietante, attuale, di trasformismo sessuale resa in maniera didascalica e calligrafica, emozionalmente piatta. Sull’onda del battage pubblicitario sei pronto a un film incandescente, conturbante, intenso o quanto meno pruriginoso e ti ritrovi di fronte a un fotoromanzo in costume, con gli attori che posano invece di recitare.
Come se invitato a bere un barolo, ti servissero un tavernello.
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