Una vita irrisolta, quando viene spezzata in maniera traumatica e senza alcun preavviso (?), produce effetti devastanti e una filiera di rapporti e relazioni altrettante insolute tra i sopravvissuti.
E’ quanto accade con la morte della celebre fotografa di guerra Isabelle Reed, scomparsa in un incidente d’auto tre anni prima. Per organizzare l’archivio materno, il figlio maggiore Jonah torna nella casa di famiglia, ritrovando il fratello adolescente, Conrad, e il padre, Gene, un professore di liceo. I tre uomini hanno ricordi diversi di Isabelle e ognuno di loro dovrà riconciliarsi a modo suo con i fatti del passato, scoprendo che nessuno conosceva tutti i segreti che Isabelle ha portato con sé fino alla fine…
Una presenza/assenza quella di Isabelle Reed nelle vite di Gene, Jonah e Conrad. Ognuno conserva ricordi della vita insieme a lei che appaiono chiari, ma sorge presto il dubbio che siano mutati dalla clemenza del tempo che tutto attenua e addolcisce; contaminati dall’ignoranza di un’assenza che si fa presenza per parentesi di tempo troppo brevi; snaturati da immagini la cui essenza si perde nei meandri del passato.
“Durante l’elaborazione del lutto – racconta il regista – molte persone descrivono un senso di memoria statica e immutabile, eppure è proprio la capacità di rimetterci in discussione che ci permette di liberarci dalla prigione di quelle idee. All’interno della memoria e della visione della propria storia, c’è sempre la possibilità liberatoria di assumere una prospettiva diversa.”
Rapporti familiari in frantumi, come i frammenti di bombe tra i quali Isabelle sapeva muoversi a suo agio; le schegge del parabrezza dell’auto che esplode nell’incidente mortale che la vede protagonista; i punti di vista che il regista Joachim Trier moltiplica “nella speranza di gettare uno sguardo più profondo nelle vite dei protagonisti.”
Gabriel Byrne è il ritratto di un padre moderno, capace di prendersi una maggiore responsabilità emotiva nella gestione della famiglia rispetto alla classica figura patriarcale.
Un personaggio che appare inizialmente debole, ma è nella comprensione degli altri la propria forza che emerge in maniera lenta ma inesorabile.
Il personaggio di Isabelle Reed è interpretato da Isabelle Huppert e si ispira a diversi fotografi, mutuata grazie alla collaborazione e sostegno di diverse agenzie, come Magnum, che hanno contribuito a costruire il background lavorativo del personaggio che appare sullo schermo sotto forma di scatti. E’ lei, anche quando non è sullo schermo, il motore di tutta la storia.
Intorno a loro si muovono i due ragazzi, un finalmente convincente Jesse Eisenberg (The Social Network, The End of the Tour) nel ruolo del fratello maggiore e il sorprendente Devin Druid, grazie ai quali la pellicola sfugge banalità e stereotipi rendendosi se non memorabile, almeno ricordevole.
Titolo originale | Louder Than Bombs |
Regia | Joachim Trier |
Sceneggiatura | Eskil Vogt, Joachim Trier |
Fotografia | Jakob Ihre |
Montaggio | Olivier Bugge Coutté |
Scenografia | Molly Hughes |
Costumi | Emma Potter |
Musica | Ola Fløttum |
Cast | Isabelle Huppert, Gabriel Byrne, Jesse Eisenberg, Devin Druid, Amy Ryan, Ruby Jerins, Megan Ketch, David Strathairn, Rachel Brosnahan |
Produzione | Motlys, Memento Films Production, Nimbus Film |
Anno | 2015 |
Nazione | Norvegia, Francia, Danimarca |
Genere | Drammatico |
Durata | 109' |
Distribuzione | Teodora Film |
Uscita | 23 Giugno 2016 |
Nessun commento