Avete presente il capolavoro di John Carpenter “La cosa“? Ambientatela in alto mare, al largo dell’Irlanda, a bordo di un peschereccio malandato con un equipaggio di sbandati dal passato doloroso ed una misogena studentessa di biologia  a far loro da balia. Il risultato è Sea Fever, un piccolo horror che promette quanto mantiene: brividi e suspence.

Dialoghi serrati ed essenziali, preamboli ridotti ai limiti, personaggi dalla forte caratterizzazione e quindi memorizzazione;  si salpa subito al centro dell’azione, o sarebbe meglio dire dell’orrore.
In un periodo di lockdown come questo, quasi una punizione della Natura nei confronti dell’uomo invadente ed invasivo, anche in Sea Fever si respira un’aria fortemente ambientalista, dove la Natura più matrigna che madre in questo frangente, sembra voler punire l’arroganza e la tracotanza dell’uomo mettendolo in riga, ovvero in fondo al mare.

Gli stereotipi del genere sono serviti certo, ma funzionali all’intenzione della regista e sceneggiatrice che sembra volerci ricordare che l’uomo su questo pianeta sia solo un ospite sopportato, la cui presenza più o meno duratura dipende dai propri comportamenti.

Da vedere senza troppe aspettative, ma godendosi il viaggio, senza troppo affezionarsi ai personaggi per non rimanere al fine delusi.

Titolo originaleid.
RegiaNeasa Hardiman
SceneggiaturaNeasa Hardiman
FotografiaRuairí O'Brien
MontaggioBarry Moen, Julian Ulrichs
MusicaChristoffer Franzén
CastConnie Nielsen, Hermione Corfield, Dougray Scott, Olwen Fouéré, Jack Hickey , Ardalan Esmaili
ProduzioneBright Moving Pictures
Anno2019
NazioneIralanda, Belgio, UK
GenereHorror
Durata87'