I due ragazzi irresistibili Russell Crowe e Ryan Gosling hanno presentato a Roma in un’affollata conferenza stampa, nonostante l’ora di ritardo, il film The Nice Guys, diretto da Shane Black, lo stesso di “Arma Letale” e “Iron Man 3”.
Russel, come si sente ad aver cambiato pelle e ruolo per The Nice Guys?
Sono molto fiero di quello che sto facendo. I ruoli che interpreti ti permettono di cambiare ciò che sei realmente. All’inizio della carriera andavo sul set e i registi erano più vecchi di me. Ora invece sono significativamente più giovani di me. Il tempo va avanti e sono perfettamente a mio agio nell’interpretare sempre diversi caratteri. Non mi pongo il problema del tempo che passa. Decido se fare un film solo dopo aver letto la sceneggiatura e se la storia mi prende. La narrazione è quello che conta.
Nella pellicola lavorate in coppia. Avete preso spunto da altri duetti famosi?
Ryan: la regia e la sceneggiatura erano così ben scritte e definite che era una sfida di per sé riuscire a non fallire. Non abbiamo preso spunto da nessuno in particolare, perché individualmente sono personaggi unici.
Russel – Siamo cineasti e cinefili, appassionati della storia del cinema ma non ci siamo rifatti a nessuna coppia in particolare, gli abbiamo dato vita rimanendo fedeli allo spirito del regista.
Nella pellicola c’è Kim Basinger, con cui ha lavorato in L.A. Confidential nel 1997.
Russel: oltre alla presenza di Kim nulla si rifà a quella pellicola. Posso dire che è stato bello lavorare di nuovo insieme dopo tanti anni.
Che importanza hanno le donne in questo film?
Risponde lo sceneggiatore/regista Shane Black: le donne nel mio film, come anche nei film noir, esprimono tensione tra i sessi. Questo film è una favola in cui si incontrano pinocchi, unicorni e cavalieri che cercano di salvare la dama in pericolo sullo sfondo di una città corrotta.
Qual è l’alchimia che permette di avere delle relazioni sentimentali?
Russel – il segreto è il bilanciamento. Non ci devono essere capi, ma il rispetto dell’uomo per la parte femminile e viceversa. Devono camminare insieme.
Avete dei progetti registici?
Ryan – Sto preparando due film e spero che uno dei due esca il prossimo anno.
Russel. Mai sentito più a mio agio di quando dirigo. È stato facile e sì, desidero rifarlo. Però dipende da cosa mi viene offerto e fino ad ora ho letto sceneggiature con quattro persone sedute intorno ad un tavolo. Io invece voglio diventare Tiziano e fare una grande tela!
È stato difficile recitare in un ruolo comico?
Russel – Si tratta sempre di recitare, impegno e sforzo sono uguali. Durante le riprese vedere come Ryan affrontava la sua performance con quanta serietà e concentrazione è stato stimolante. Abbiano avuto molti scambi, discusso, si è parlato. In questo film lo sceneggiatore si fidava di noi e di come avremmo reso i caratteri e rimasti fedeli allo spirito del film quindi ci ha lasciato molta libertà. È stato piacevole.
Ormai fanno molti remake. E’ sempre più raro trovare ruoli originali ad Hollywood?
Ryan – Intanto questo film è bello perché originale nella storia e nei caratteri. E’ stata un’opportunità. Se fai remake o sequel per me non ci sono problemi, tutto dipende da come vengono fatti. Reciterò in Blade Runner è sono felice, l’ho sempre amato. Amo i sequel sin da bambino, perché amo quei personaggi e sono contento di vederli evolversi. Come il telefilm de “I Sopranos”, con il protagonista che va in terapia e tu segui l’evolversi della storia, l’effetto della terapia insieme a lui. Ti fa seguire la storia in maniera più approfondita.
Russel – Credo sia difficile capire cosa sia un remake. È una questione di ambiente: al cinema è più difficile, a teatro invece quando qualcuno rifà Amleto va bene a tutti. Io ne La Mummia farò un piccolo ruolo, ma non è un remake. È diverso completamente. Ormai gli studios mettono molta attenzione sulle cose che la gente già conosce e da un’idea sviluppano personaggi e storie ad altissimi livelli creativi. Si rivedranno personaggi come Frankenstein ma non è un remake ma solo un cambiamento. Accettare di invecchiare è la stessa cosa: ho fatto il papà di Superman e va bene così. Si tratta di vedere in prospettiva, dal punto di vista di “A Beautiful mind” e capire dove sta andando il personaggio.
Si trova meglio a recitare in commedie o in film drammatici?
Ryan – Ho sempre voluto mettere un pizzico di humor nel dramma, mentre nei drama c’è una vera e propria asportazione chirurgica della commedia. Lo strumento comico diventa disarmante. Ti può disarmare ma alla fine dipende dal regista. Con la commedia poi sai immediatamente se funziona, cosa che non accade con il genere drammatico, che ha bisogno dell’eco del pubblico o dell’altro interprete.
Russel – Con Ryan c’è stata una grande serietà nell’affrontare la parte comica. E in “The Nice Guys” la violenza del mio personaggio non è mai gratuita, come se fosse un video game; viene resa in maniera fresca, non da cartone: lì l’esplosione è disegnata, qui la macchina sfonda realmente la parete di una casa. Stop. La commedia fisica implica delle parti un po’ violente e fisiche ma è il contrappunto del film. Ti tiene dentro alla storia il fatto che vi siano continui cambiamenti.
Black – È un vero errore pensare che un film debba avere solo un tono. I migliori sono quelli che variano anche in termini di tono.
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