“Ritratto della giovane in fiamme” è un’opera declinata al femminile plurale che a Cannes 2019 ha vinto il premio per la sceneggiatura. Siamo alla fine del 1700, in Francia. La madre di una ragazza ribelle incarica un’affermata pittrice di fare un ritratto alla figlia da mandare al futuro sposo. Con un’avvertenza e un consiglio: la figlia non si vuole maritare al buio e rifiuta di posare, tanto che il precedente pittore ha dovuto abbandonare l’incarico. Dovrà quindi fingersi dama di compagnia per carpire i tratti e gli elementi necessari al ritratto. Tra le due donne nasce un rapporto forte, che cambierà la loro vita per sempre.
Tra la compostezza di Rohmer e l’eleganza formale di Greenaway, il film è una trasposizione elegante di una storia d’amore del Settecento. Con due limiti, però, strutturali. Sembra tutto studiato a tavolino: le inquadrature pittoriche, i dialoghi essenziali, la natura incombente, una società patriarcale che opprime. Manca la spontaneità, il pàthos, è bello esteticamente ma statico nel racconto. E poi per essere una storia settecentesca non c’è traccia di quel sano cinismo, quella ironia dissacrante, quel distacco necessario per considerare le cose d’amore tipiche degli scrittori e filosofi contemporanei dell’epoca da Voltaire a Choderlos de Laclos, per non parlare di Diderot.
Un film in sostanza magnifico, ma senza sangue. E che si prende troppo sul serio.
Titolo italiano | Ritratto della giovane in fiamme |
Titolo originale | Portrait de la jeune fille en feu |
Regia | Céline Sciamma |
Sceneggiatura | Céline Sciamma |
Fotografia | Claire Mathon |
Montaggio | Julien Lacheray |
Scenografia | Thomas Grézaud |
Costumi | Dorothée Guiraud |
Musica | Jean-Baptiste de Laubier, Arthur Simonini |
Cast | Adèle Haenel, Noémie Merlant, Valeria Golino, Luàna Bajrami |
Produzione | Arte France Cinéma, Hold Up Films, Lilies Films |
Anno | 2019 |
Nazione | Francia |
Genere | Drammatico |
Durata | 118' |
Distribuzione | Lucky Red |
Uscita | 19 Dicembre 2019 |
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