Raffa

La locandina

Non ce n’è per nessuno, anzi nessuna. Il mito Raffaella Carrà ha segnato il tempo, le mode, il femminismo inconsapevolmente e la storia dello spettacolo italiano e internazionale, anticipando lo star system. Lo racconta “Raffa”, film diretto da Daniele Luchetti: con i 60 milioni di dischi venduti e tantissimi successi in tv, film e tour internazionali, nel corso della sua carriera Carrà è diventata un simbolo di libertà e uno dei baluardi italiani della parità dei sessi nel corso degli anni ’70. Negli anni Ottanta è la regina della tv pubblica nel decennio successivo diventa un’icona LGBTQ+, fino a essere consacrata mito che va al oltre qualsiasi barriera culturale e generazionale. Lontano dai riflettori, Carrà è stata invece una donna molto riservata, tanto da arrivare a essere gelosissima della sua sfera privata, della vita di Raffaella Pelloni. La star ha lottato in concreto per affermarsi in un mondo di uomini, come era quello dello spettacolo durante gli anni ’70.

Il film ne ripercorre non solo la carriera, ma anche la vita privata, sin dall’infanzia in Romagna, la sofferenza per l’abbandono del padre, il film con Frank Sinatra e la scalata al successo, ripercorrendo tutti i suoi grandi amori, nonché il rimpianto per quella maternità mancata. Scorrono le immagini del documentario, con le testimonianze tra gli altri della figlia di Gianni Boncompagni Barbara, di Tiziano Ferro, del dj Bob Sinclar, dello stylist Nick Cerioni, di Renzo Arbore, Fiorello e Giovanni Benincasa. Tutti ne ricordano la professionalità mista al bisogno di essere protetta, amata. All’uscita della sala diventa impossibile non canticchiare “A far l’amore comincia tu”, pensando alla geniale versione inglese “Do It, Do It Again”.