E a un certo punto arriva, come un fulmine a ciel sereno, la Seconda Repubblica che scombina i giochi e spariglia le carte della Prima Repubblica. L’Italietta dei privilegi, dei favoritismi, dell’assistenzialismo e della sicurezza del posto fisso sono pronte per essere messe in cantina (almeno per un po’).

Molte poltrone tremano, non per tutti certo; la maggior parte dei “fortunati” continuano a rimanere seduti sulle proprie, inamovibili, intoccabili. Per alcuni però non è così. È qui che si apre il dramma tutto italiano del nuovo film del pugliesissimo Luca Medici (in arte Checco Zalone) Quo vado?

Checco (Zalone) è single, relativamente giovane, senza diverse abilità e senza un diversamente abile in famiglia. Per lui, come per tanti altri, riforma della pubblica amministrazione significa mobilità o dimissioni: migrare fisicamente e/o professionalmente verso una nuova collocazione lavorativa, o decidere di rassegnare le dimissioni, in cambio di una sostanziosa liquidazione.

Ma per chi è cresciuto con il mito del lavoro statale, per chi voleva da grande “fare il posto fisso” fin dalla più tenera Quo-vado-locandinaetà, per chi ne ha apprezzato la rassicurante sicurezza, dimissioni e liquidazione non sono neppure da prendere in considerazione, perché “dal posto fisso non ci si dimette”. Mai.
Inizia allora contro di lui un mobbing sfrenato: viene mandato tra i mafiosi calabresi e in Sicilia nei centri d’accoglienza per profughi, fino ad essere spedito al Polo Nord, dove sta per capitolare quando incontra una giovane ricercatrice dalle ampie vedute di cui si innamora.
Di fronte all’amore diventa un po’ più civile e meno Italiano, mette in discussione tante sue abitudini, ma mai la sua vera indole o l’attaccamento al posto fisso. Infatti all’improvviso, quando oramai sembrava essere diventato un uomo nuovo, ecco spuntare la nostalgia canaglia, con la necessità impellente di ritornare da dove è venuto, dove tutto è tornato come prima; il ciclone è passato, i vecchi politici sono di nuovo in carica e ognuno riprende tranquillamente il suo posto, anche Checco, a quattro passi (di numero) da casa, coccolato e viziato da mammà.

Il film non è pregevole anche se rispetto all’abusato teatrino pugliese ormai trito e ritrito, le nuove location proposte rappresentano una ventata di aria pulita. La storia raccontata è molto banale e il finale buonista elimina anche quel tocco di cinismo che a mio parere avrebbe valso a questa pellicola qualche punto in più. Ma si sa, è un film di Natale e a Natale siamo tutti più buoni.

Checco Zalone però funziona, e dimostra di funzionare bene non solo in Puglia ma anche al Polo Nord, soprattutto quando è spalleggiato da una brava attrice come Sonia Bergamasco o da un’icona del periodo democristiano come Lino Banfi.

Funziona la sua ironia, a tratti politically scorrect ma mai volgare, sempre educata, come ricorda lo stesso Checco nel film. Funziona perché gli italiani hanno un estremo bisogno di smettere di prendersi troppo sul serio, vogliono guardarsi allo specchio e ridere delle proprie manie, delle proprie debolezze e nello stesso tempo riconoscersi nel loro proverbiale spirito di adattamento. Alcune scene sono davvero esilaranti, come quando spiega la differenza tra concussione e corruzione o quando ironizza sugli atteggiamenti tipici dell’italiano all’estero e, in fin dei conti, si esce dalla sala con il cuore più leggero di come si è entrati.

quo-vado-2Zalone e Nunziante, al loro quarto lungometraggio insieme, dimostrano di essere ‘i nuovi mattatori’ del cinema italiano, in grado di trascinare in sala milioni di persone, di far sorridere e qualche volta pensare con la loro ironia semplice e leggera, con la loro umana comicità. L’italiano che Checco Zalone rappresenta è niente più niente meno di quello che siamo oggi, con le nostre virtù e le nostre tante debolezze: schietti e un po’ goffi, a volte ingenui ma mai stupidi, sempre molto italian style nei nostri comportamenti, sia quando giochiamo in casa che in trasferta! E questa rappresentazione Checco Zalone la sa fare. E bene. Gli italiani lo sanno visto che in Puglia la massiccia affluenza presso le sale cinematografiche sta creando non pochi disagi alla circolazione in diverse città e ovunque gli incassi di Quo Vado? stanno battendo ogni record. A dimostrazione che al di la della retorica, della politica e delle filosofie c’è tanto tanto bisogno di farsele davvero due sane risate!

Titolo italianoQuo vado?
RegiaGennaro Nunziante
SceneggiaturaLuca Medici, Gennaro Nunziante
FotografiaVittorio Omodei Zorini
MontaggioPietro Morana
ScenografiaAlessandro Vannucci
CostumiFrancesca Casciello
MusicaLuca Medici
CastChecco Zalone, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli, Ludovica Modugno, Ninni Bruschetta, Paolo Pierobon, Lino Banfi
ProduzioneTaoDue Film
Anno2016
NazioneItalia
GenereComico
Durata86'
DistribuzioneMedusa Film
Uscita01 Gennaio 2016