Pan -Viaggio sull’isola che non c’è

Chi era Peter Pan prima di diventare quell’eroe che tutti conosciamo, difensore e custode di quello spirito di fanciullezza insito in tutti noi?

E’ questo quello che Joe Wright ha voluto raccontare nel suo nuovo film live-action per famiglie “Pan – Viaggio sull’isola che non c’è”, lasciando sicuramente disorientati, non riuscendo, probabilmente a pieno, nel suo intento.

Peter ha dodici anni e vive in un orfanotrofio di Londra. Ha un carattere ribelle e non piace alle suore dell’istituto. Una notte, insieme ad altri bambini dell’orfanotrofio, viene rapito e, su di un galeone del XVIII secolo che si libra in cielo, vien condotto magicamente in un mondo fantastico, popolato da pirati, guerrieri indigeni e fate, chiamato “Neverland – L’isola che non c’è”.

Costretto alla prigionia dal perfido pirata Barbanera, Peter scopre di avere dei poteri straordinari, e con l’aiuto di nuovi amici, la guerriera Giglio Tigrato e lo stravagante James Uncino, inizia la sua avventura per salvare l’isola dalla tirannia di Barbanera e scoprire il mistero che avvolge la storia della sua vita precedente all’abbandono in orfanotrofio.

Quella raccontata è sicuramente una storia avventurosa, in cui le ambientazioni fantastiche vengono esaltate dalla magia del 3D, facendo però dell’ottimo utilizzo della tecnica il vero ed unico punto di forza dell’intero film.

Una storia che all’inizio può sembrare originale e che può incuriosire, finisce per diventare un susseguirsi di situazioni che annoia un po’ tutti, bambini compresi, perdendo il filo conduttore e senza creare nessuna continuità con quello che si conosce del bambino che “sapeva volare”, fatta eccezione solo per i nomi dei personaggi usati