Attonito, esco dal cinema e non ho i nervi tesi come corde di violino. Ho appena visto il film italiano campione d’incassi del momento e non mi vergogno di chiedermi che cosa mai potrà pensare di noi (di me!) uno spettatore straniero che vedesse il film. “Perfetti sconosciuti” è una commedia piacevole, discretamente congegnata e cinematograficamente sostenibile. Sfiora il politicamente corretto ricattatorio (l’unico personaggio realmente positivo è il gay) ma non lo tocca, inciampa verso l’insopportabile generone romano (famo, dimo, annamo) ma non cade, rischia la credibilità (chi mai farebbe ascoltare alla moglie la telefonata dell’amante che dice di essere incinta), ma non la perde grazie a, incredibile ma vero, l’ottimo lavoro degli attori (la Rohrwacher in una commedia è una felice intuizione) e a un finale intelligente.
Insomma un film di cassetta ben fatto. Praticamente un ossimoro.
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