Come da tradizione, le feste hanno portato in sala il nuovo film di casa Disney (56° Classico d’Animazione, ad essere precisi) e questa volta non si poteva non accoglierlo con i dovuti onori. Eh sì, perché tra gli ultimogeniti di grande-madre Disney, Oceania occupa sicuramente un meritatissimo posto d’onore.
Vaiana è la figlia del capo della piccola isola di Motonui e l’Oceano sembra aver scelto proprio lei per restituire il cuore alla dea Te Fiti, sottrattole dal semidio Maui con l’intento di farne dono agli uomini. Senza il suo cuore, però, Te Fiti è priva del potere di generare e la vita sta lentamente abbandonando tutte le isole, compresa Motonui. Vaiana dovrà disubbidire alle leggi del suo popolo e superare il riff per navigare l’Oceano e cercare Maui, l’unico che può aiutarla a salvare Te Fiti (e tutto l’arcipelago) e sconfiggere Te Ka, il demone di lava che ha invaso l’isola di Te Fiti.
Attesissimo in patria e non, Oceania non tradisce le aspettative e segue a ruota il circolo virtuoso aperto ad inizio anno con Zootropolis. I temi portanti sono quelli, ovviamente, usuali delle pellicole di questo genere e target: la crescita, la formazione, la conoscenza e la fiducia in sé. In questo caso, però, assumono un senso più pregnante se consideriamo che siamo davanti ad uno dei pochi casi in cui età e status sociale della protagonista ci vengono esplicitati più e più volte: Vaiana ha 16 anni e, ci tiene (e ci teniamo) a sottolinearlo, non è una principessa. Se quindi già il design del personaggio non fosse stato sufficiente, ebbene sì: la protagonista è una sedicenne “comune” alle prese con i classici problemi adolescenziali (genitori cocciuti, voglia di evadere, grandi sogni etc). Sebbene quindi negli scorsi anni la Disney ci abbia offerto innumerevoli esempi di tentativi di scrollarsi di dosso un po’ di stereotipi, qui finalmente sembra iniziare a muoversi su un terreno solido. Meno retorica, più sostanza, si potrebbe sintetizzare guardando ad una protagonista finalmente autoironica e completamente lontana dal modello della “donzella in difficoltà”: Vaiana sbaglia, cade e si rialza da sola. Perfino il simpaticissimo semidio Maui non partecipa direttamente alla sua crescita, anzi, forse questa avviene addirittura in senso inverso.
Ma Oceania non è ovviamente solo questo. Meritevole di lode è certamente la colonna sonora, affidata all’ormai rodato Mark Mancina (Tarzan, Koda), al samoano Opetaia Foa’i e a Lin – Manuel Miranda (già acclamatissimo per il musical Hamilton),degna compagna di quella dell’iconico Frozen, e soprattutto, non devastata dal doppiaggio italiano.
Divertenti i personaggi che, per nostra fortuna, evitano sia di cadere in troppi sketch vuoti e macchiettistici, sia, e vale soprattutto per Maui, in una fin troppo rigida divisione tra “buoni” e “cattivi”. Anzi, si potrebbe quasi dire che di cattivi qui non ce ne siano. Al cuore della pellicola non c’è infatti la sconfitta di un essere malvagio e crudele, su cui coraggio e amore devono necessariamente trionfare perché “i buoni vincono sempre”, ma più un timido afflato ecologista, certamente più calzante vista la paradisiaca ambientazione. Ed è qui, in realtà, che troviamo i due cardini veramente originali della pellicola: attenzione ad un tema drammaticamente attuale e la fine di una divisione manichea tra Bene e Male, che finiscono necessariamente per essere le due facce di una stessa medaglia. E poi, come non apprezzare la grande attenzione posta al personaggio di Maui, un po’ Prometeo dell’Oceano (ma forse c’è poco della mitologia mondiale che non abbia tatuato addosso), un po’ eroe in cerca di riscatto e fiducia in sé?
Certo, potremmo notare che la protagonista seppur tostissima, simpatica e senza principe, sia a tratti un pochino troppo granitica, che i pirati-noci di cocco uniti al gallo scemotto siano un po’ troppo anche per i più bambini tra noi e che il finale sia un tantino affrettato, ma poi in sala parte l’ennesimo bellissimo brano musicale, l’ennesimo divertentissimo sketch, l’ennesimo momento d’emozione e tutto passa.
Insomma, divertimento ed emozioni a palate per tutta la famiglia, come si esige da un film d’animazione a marchio Disney, per questa volta meno ingenuo del solito. E speriamo che Zootropolis e Oceania trovino in futuro successori anche migliori.
Titolo italiano | Oceania |
Titolo originale | Moana |
Regia | Ron Clements, John Musker |
Sceneggiatura | Jared Bush |
Montaggio | Jeff Draheim |
Musica | Mark Mancina, Lin-Manuel Miranda, Opetaia Foa'i |
Cast | Angela Finocchiaro, Raphael Gualazzi, Chiara Grispo |
Produzione | Walt Disney Pictures, Walt Disney Animation Studios |
Anno | 2016 |
Nazione | USA |
Genere | Animazione |
Durata | 107' |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Uscita | 22 Dicembre 2016 |
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