No Time to Die

Il fascino di 007 non scema con il passare degli anni. Lo dimostra “No Time to Die“, ultima pellicola della serie che finalmente esce nelle sale. Siamo al numero venticinque dei capitoli cinematografici dedicati all’affascinante agente agli ordini di Sua Maestà: Daniel Craig, in forma smagliante, questa volta deve vedersela con l’amore e la voglia di vivere una vita normale. Cinque anni dopo la cattura di Franz Oberhauser, ritiratosi dal MI6, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica. Quando un suo vecchio amico, l’agente della CIA Felix Leiter, si presenta da lui con una richiesta d’aiuto, Bond accetta di salvare Waldo Obruchev, uno scienziato rapito. Ovviamente nulla andrà come previsto (proprio nulla).

Un Bond più umano che nel prologo ai titoli di testa (meno conturbanti del solito), ama riamato Madeleine Swann (doppia citazione proustiana). Come scenografia è stata scelta una meravigliosa Matera e tra inseguimenti in automobile e riprese mozzafiato, la sensazione è quella di essere dentro un classico Bond: si prova piacere e la consapevolezza di essere in procinto di godersi un film ben fatto degno del grande schermo. Tutto considerato le aspettative non vengono tradite, a parte qualche ingenuità nella sceneggiatura. Senza svelare niente, una lacrima alla fine è assolutamente concessa…