Dopo il “favoloso” Leopardi di Mario Martone, ecco il “Maraviglioso Boccaccio” dei fratelli Taviani: il cinema italiano sta riscoprendo, quasi con ammirato stupore, i maestri della nostra letteratura. A dispetto del titolo, il film dei Taviani non racconta la vita dell’autore, ma ne mette in scena il capolavoro: il Decamerone, già portato sullo schermo da Pier Paolo Pasolini nel 1971.
Mentre a Firenze imperversa un’epidemia di peste, sette fanciulle, accompagnate da tre giovani, decidono di rifugiarsi in campagna, dove cominciano a raccontarsi storie che possano aiutarli ad ingannare il tempo e a scacciare le preoccupazioni. Fra le cento novelle del Decamerone, i Taviani ne scelgono cinque, che non sono le più conosciute ma ben rappresentano i temi forti e ricorrenti dell’opera: l’amore cavalleresco, tragico e totalizzante, l’attrazione quasi morbosa per la morte, le burle beffarde, le avventure licenziose e irriverenti.
I registi rifuggono alcune convenzioni del cinema tradizionale, il montaggio fondato su campo e controcampo, la fotografia patinata o il commento musicale “riempitivo”, per adottare invece uno sguardo ieratico e straniante sui loro personaggi. L’ambientazione si compone di splendidi scorci sul paesaggio toscano e laziale, di antichi palazzi, di saloni nobili ma spogli di orpelli, entro cui i protagonisti si muovono come in un affresco di Piero della Francesca, in un’atmosfera sospesa che evoca il realismo magico novecentesco di Donghi e Casorati; i raffinati costumi dai vivaci toni pastello fanno pensare al manierismo di Pontormo e Rosso Fiorentino, mentre le scene alla luce delle candele rimandano a Georges de La Tour.
Eppure, affidati a volti noti del cinema e della televisione che non sempre risultano credibili nei panni trecenteschi, gli episodi raccontati si trascinano stancamente, piatti e privi di ritmo. La più riuscita è la quarta novella, intepretata da Paola Cortellesi e Carolina Crescentini: prende avvio da un dialogo di sguardi e primissimi piani, e prosegue con concisione e brio verso il simpatico finale. Se, a parte rare eccezioni, il quadro complessivo appare troppo lento e insostenibilmente naïf, acquista inedito risalto la “cornice”: la vicenda dei dieci giovani narratori, avvolta in una dimensione eterea, senza tempo e sottilmente misteriosa, finisce per affascinare ben più delle cinque novelle narrate.
Regia | Paolo e Vittorio Taviani |
Sceneggiatura | Paolo e Vittorio Taviani |
Fotografia | Simone Zampagni |
Montaggio | Roberto Perpignani |
Scenografia | Emita Frigato |
Costumi | Lina Nerli Taviani |
Musica | Giuliano Taviani e Carmelo Travia |
Cast | Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca, Josafat Vagni |
Produzione | Stemal Entertainment, Cinemaundici e Barbary Films |
Anno | 2015 |
Nazione | Italia |
Genere | Drammatico |
Durata | 123' |
Distribuzione | Teodora Film |
Uscita | 26 Febbraio 2015 |
Nessun commento