Ma come fa a far tutto?

Presentato con una sgargiante copertina rosa shocking il romanzo della giornalista gallese Allison Pearson è riuscito a vendere oltre 4 milioni di copie. Da questo grande successo l’idea dell’adattamento cinematografico viene da sé. Affidato alla penna della sceneggiatrice Aline Brosh McKenna, già autrice di una delle commedie di maggior successo Il Diavolo veste Prada (il cui regista David Frankel ha diretto numerosi episodi della serie Sex and the City), il film fa leva sulle potenzialità dell’eroina della serie più fortuna d’America.

Sara Jessica Parker (Sex & the City) è Kate, una donna che si avvicina ai Quaranta, con una rampante carriera da consulente finanziario, che vive più in aereo che nella sua casa di Boston, sempre in viaggio tra New York e Manhattan. A risentirne è la sua famiglia composta da un marito architetto e due adorabili bambini.
Nel tentativo di mantenere in equilibrio il lavoro, il matrimonio, la vita di famiglia e la propria stabilità mentale, Kate si troverà a fare i conti con ognuna delle seguenti cose: un collega che vorrebbe portargli via il cliente giocando proprio sulla distinzione dei sessi; un marito che non riesce più neanche a dialogare con la propria moglie; due bambini privati della madre tradizionale e delle sue attenzioni. Sensi di colpa, ambizione e affetti mineranno la stabilità di Kate diventata maniaca della “Lista” di cose da fare che comparirà in corsivo sullo schermo così che tutti noi possiamo leggerla.

Distendiamoci senza aspettative e ci ritroveremo finalmente a sorridere davanti all’ultima performance della Parker segnata dall’insuccesso di Sex & the city 2 e Che fine hanno fatto i Morgan?
In Ma come fa a far tutto? si mantiene un pizzico di quell’ironia ed intelligenza che la scrittrice seppe utilizzare per descrivere le numerose difficoltà di una donna in carriera e con famiglia, ma rispetto alla sua origine letteraria, il film semplifica la storia riducendola alla solita commedia fatta solo di scene troppo esasperate, con il risultato di non farci affatto immedesimare nel personaggio Kate ma piuttosto tentando di divertirci con avvenimenti spesso ridicoli, che probabilmente alla gente comune non potranno mai accadere. Come avere una bella casa, arredata con tanti soldi così che e il gusto verrà da se, oppure litigare con il marito solo perché la tata potrebbe arrivare in ritardo, trovare un cliente bello come James Bond (Pierce Brosnan), leale e che si innamora di noi, oppure fatti ancora più grotteschi come ritrovarsi davanti ad un Rockefeller vittime di un assalto di prurigine da pidocchi, fino a rasentare il ridicolo cercando di stendere con il mattarello da cucina una torta confezionata.

Se dimentichiamo l’assurdità delle innumerevoli vicende e se cancelliamo il contesto idilliaco che è riuscita a crearsi la protagonista Kate, se riusciamo a vivere il tutto solo in chiave simbolica, possiamo anche permetterci di dire che questo film vuole mettere in luce la complessità della vita della donna moderna, facendoci divertire.