L’unico terreste disponibile per gli alieni. O meglio. L’ultimo umano desideroso di mettersi in discussione e capire che accadrà al momento del loro arrivo.
Luca Bertacci (un calzante Gabriele Spinelli) lavora come cameriere in un Bingo, ha zero interessi, tre amici di cui la trans Roberta (un Luca Marinelli congeniale, già visto ne “La solitudine dei numeri primi”), l’appuntamento con i pranzi del padre (Roberto Herlitzka) che vive in campagna lontano da tutto e da tutti da quando è stato abbandonato dalla moglie. Luca attende. L’odio per la madre si riversa sull’universo femminile in toto, tanto da ricercare un contatto umano solo tramite una prostituta. È segretamente innamorato della vicina di casa, che gli preferisce un millantatore. Ma l’Italia vive con interesse relativo la notizia dello sbarco degli alieni. Quando sbarcheranno, faranno una cernita, una selezione tra chi si è comportato bene e chi no. Una sorta di giudizio universale che lo spettatore coglie solo a sprazzi. E Luca attende di capire e sapere.
Opera prima Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi, fumettista pisano, L’ultimo terrestre ha una calma e un distacco registico che accolgono, non respingono il pubblico. Con riprese semplici, senza orpelli o esperimenti registici e soprattutto attraverso la particolare l’espressività di Spinelli racconta un’Italia attuale, un mondo abitato da vinti, invisibili ed esclusi, che commenta le notizie, non si scandalizza più per niente e scappa senza un perché all’arrivo dell’altro. Spinelli per tre quarti della pellicola ha un viso crucciato. La distensione arriva solo al momento in cui capisce di “non doversi odiare”. Liberamente ispirato al romanzo a fumetti “Nessuno mi farà del male” di Giacomo Monti, L’Ultimo terrestre è stato presentato in Concorso alla 68esima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Non meritava la vittoria, ma di certo si è guadagnato rispetto e considerazione, che Pacinotti potrà confermare qualora continuasse nella carriera cinematografica.
Ho sempre pensato che per raccontare la realtà in modo fedele la si dovesse tradire profondamente.Sono pure convinto che sia quasi inutile tentare di descrivere la contemporaneità raccontando la contemporaneità, visto che i tempi di mutazione sono talmente rapidi che qualunque “oggi” diviene “ieri” nel tempo necessario a scriverne la parola.Per ovviare a questa trappola la nostra storia è ambientata nel futuro. Solo qualche anno in avanti. Diciamo tre. Non di più.
Un’Italia dopo l’Italia, insomma, che ci permetta di giocare a immaginare la deriva estrema che una condizione sociale potrebbe raggiungere, questo è l’intento. Gian Alfonso Pacinotti
Titolo italiano | L'ultimo terrestre |
Regia | Gian Alfonso Pacinotti |
Sceneggiatura | Gian Alfonso Pacinotti |
Fotografia | Vladan Radovic |
Montaggio | Clelio Benevento |
Scenografia | Alessandro Vannucci |
Costumi | Valentina Taviani |
Musica | Valerio Vigliar |
Cast | Gabriele Spinelli, Anna Bellato, Luca Marinelli, Teco Celio, Stefano Scherini, Roberto Herlitzka |
Produzione | Fandango, Rai Cinema |
Anno | 2011 |
Nazione | Italia |
Genere | Fantascienza |
Durata | 100' |
Distribuzione | Fandango |
Uscita | 09 Settembre 2011 |
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